2013-09-11 15:29:18

La famiglia al centro della 47.ma Settimana Sociale, al via a Torino


La famiglia, la sua missione educativa, il suo rapporto con le politiche di welfare e con quelle migratorie, ma anche l’alleanza con i partner educativi: sarà questo al centro della 47.ma Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, a Torino da oggi al 15 settembre. “La famiglia, speranza e futuro per la società italiana”, il tema scelto per i lavori di quest’anno che vedono la partecipazione di oltre 1.300 persone, tra le quali circa 90 vescovi, 930 laici, 165 tra Associazioni, movimenti e aggregazioni, 190 diocesi e delegazioni straniere. Per venerdì mattina è previsto il saluto del premier italiano Enrico Letta. Antonella Palermo ha intervistato suor Alessandra Smerilli, segretario del Comitato Scientifico e Organizzatore, docente di Economia della Cooperazione all’Università Cattolica di Roma:RealAudioMP3

R. – Innanzitutto, credo che siano 60 anni che non si parla di famiglia alla Settimana sociale, quindi era il momento di porla al centro dell’attenzione. Un altro motivo per cui abbiamo pensato di parlare di famiglia è che alla scorsa Settimana sociale di Reggio Calabria, nel 2010, era emerso con forza dai lavori delle assemblee tematiche che uno dei soggetti creativi e propositivi per la rinascita del Paese è proprio la famiglia, ed emergeva come un soggetto trasversale. Quindi, come comitato, questa volta ci è sembrato opportuno provare a metterla al centro dei lavori. Infine, un ulteriore motivo è che in questo momento, in Italia, la famiglia sta soffrendo più di altri soggetti, è un po’ dimenticata dalle istituzioni, dalla politica, mentre rappresenta una delle forze più vitali presenti nel Paese.

D. – Quanto sono soddisfacenti le politiche per la famiglia adottate finora? Cosa si potrebbe fare di più? I dati Istat dell’ultimo trimestre rivelano un ulteriore calo nella spesa pro famiglia di oltre il 3 per cento …

R. – Esatto, non sono dati rassicuranti, ed è un motivo in più per cui mi sembra necessario mettere a tema la famiglia, perché ritengo che non ci sono mai state politiche organiche per la famiglia. La famiglia è stata sempre un po’ un residuo, e quando si è tentato di fare qualcosa poi veniva subito cancellato. E le politiche – quello che c’è – va più nella linea di un assistenzialismo. In realtà, io credo – e credo che lo diremo con forza qui, a Torino – che le famiglie vogliono semplicemente essere riconosciute come soggetti, vogliono essere soggetti attivi per il bene del Paese e se questo accade si risparmieranno risorse e si potranno coinvolgere più persone nella gestione della cosa pubblica, in una logica di sussidiarietà che è un principio fondamentale della Dottrina sociale della Chiesa, ed è un principio di bene comune.







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