2013-09-11 15:20:36

Confindustria: recessione finita, ma stabilità politica cruciale per la ripresa


L’economia italiana è arrivata “al punto di svolta”, ma la ripresa sarà lenta. Il 2014 sarà l’anno della fine della recessione con una crescita stimata dello 0,7%. E’ la previsione contenuta nell'ultimo rapporto sugli scenari economici del Centro studi di Confindustria, presentato ieri nell’ambito del seminario “Le sfide della politica economica”. Previsioni dunque positive, ma sulla strada della ripresa persistono rischi interni e internazionali. Ed è cruciale, avverte Confindustria, “la stabilità politica”. Servono anche provvedimenti urgenti per sostenere il mercato del lavoro. Il servizio di Amedeo Lomonaco:RealAudioMP3

Nonostante l’economia italiana, osserva Confindustria, sia arrivata a un punto di svolta, i dati sulla disoccupazione restano allarmanti: in 5 anni, a partire dal 2007, si sono persi 1 milione e 805 mila posti di lavoro. Sono necessari almeno 4 miliardi di euro – ha detto il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi – da destinare alla riduzione del cuneo fiscale sul lavoro. Un’altra emergenza è la pressione fiscale che raggiungerà il record nel 2013 (44,5% del Pil) e resterà molto alta nel 2014. Tra i trend positivi, il rallentamento della caduta dei consumi: la spesa delle famiglie, dopo essere scesa del 4,3% nel 2012, diminuirà del 2,8% quest'anno e dello 0,1% il prossimo. Non sono poi da escludere prospettive di crescita più rosee di quelle previste: l’aumento del Pil nel 2014 può superare l'asticella dell'1% – sottolinea Confindustria – se ci sarà un’accelerazione dei pagamenti degli arretrati della Pubblica amministrazione verso le imprese. Intervenendo al Seminario di Confindustria, il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, ha affermato che “guardare al futuro è l’obiettivo” da perseguire con la legge di Stabilità, “in preparazione in questi giorni”. Per l’Italia, dunque, si apre l’orizzonte della fine della recessione e della crescita, seppur modesta. L’opinione dell'economista Quadrio Curzio:

R. – La ripresa è ancora molto tenue, molto incerta e di per sé potrebbe essere interrotta laddove la stabilità del governo subisse una crisi improvvisa. A questo punto, tenui segnali di ripresa potrebbero essere addirittura azzerati da una crisi politica che, di per sé, è continuamente incombente.

D. – Quindi, mai come in questo caso, l’economia influenza la politica e non viceversa…

R. – Se per condizionamento dell’economia sulla politica si intende dire che la politica non può e non deve penalizzare il Paese – quindi i livelli occupazionali, la speranza delle persone, dei giovani – è certamente così. Se invece si intende che l’economia condiziona la politica nel senso che la politica terrà conto delle esigenze dell’economia, quindi quelle del lavoro, a questo non so rispondere, perché mi pare che spesso la politica sia percorsa da personalismi che nulla hanno a che fare con il bene comune.

E’ in crescita, infine, il complesso delle esportazioni: secondo l’Istat, nel secondo trimestre del 2013 si registrerà un incremento congiunturale dello 0,4%. Ma restano rilevanti le differenze tra le varie regioni. Il Nordest si conferma la "locomotiva" del Paese, con un incremento previsto del 3,6%. Diminuzioni sensibili, invece, nelle aree meridionali e insulari (-3,2%). Più contenuto il calo delle esportazioni nell'Italia nord-occidentale (-1%) e centrale (-0,9%).

Ultimo aggiornamento: 12 settembre







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