Vietnam: centinaia di migliaia di fedeli hanno digiunato per la pace in Siria
I cattolici vietnamiti hanno risposto in massa all'appello del card Jean Baptist Pham
Minh Man, unendosi a Papa Francesco e ai cattolici di tutto il mondo per la giornata
di preghiera e digiuno per la pace in Siria di sabato scorso. Le 200 parrocchie di
Ho Chi Minh City - quasi 700mila in totale - hanno organizzato in tempi e modi diversi
veglie e orazioni "per le aree teatro di un conflitto". Inoltre, su indicazione dell'arcivescovo
si è tenuta "l'ora di Adorazione eucaristica e di preghiera per la pace" dalle 7 alle
8 di sera. Alla Veglia di digiuno e preghiera per la pace in Siria, nel Medio Oriente
e nel mondo, papa Francesco ha chiesto a tutti, cristiani, membri di altre religioni
e persone di buona volontà di essere strumento di riconciliazione e di pace. Nella
folla che riempiva la piazza vi erano cristiani e musulmani e come a San Pietro, in
tutto il mondo le "persone di buona volontà" si sono unite al Pontefice nel "grido
di pace". Per la Giornata di preghiera si è mobilitata anche la Caritas di Saigon,
come racconta suor Lan: "Abbiamo pregato tutti assieme, in spirito di penitenza, per
chiedere a Dio la benedizione e la pace per la Siria e il popolo di quel Paese". Jospeh
Hung, uno dei molti volontari dell'ente cattolico a Ho Chi Minh City aggiunge che
"i vietnamiti hanno sperimentato a lungo la guerra" e per questo apprezzano ancor
più la pace. "Non vogliamo - aggiunge - che tutto questo accada ancora in un'altra
nazione". Suor Teresa invoca pazienza e preghiera quotidiane e invita a confidare
"nella Provvidenza divina". "Ci rivolgiamo alla Vergine Maria per la pace in Medio
oriente e in Sira - aggiunge la religiosa - e non dimentichiamo mai di pregare la
Madonna perché fermi crimini e terrorismo". Nel suo messaggio ai fedeli il cardinale
di Saigon ha confermato l'importanza del "dialogo" perché venga fatta giustizia a
beneficio di tutti. Il porporato auspica un lavoro comune fra "persone di buona volontà
per costruire una cultura della vita e una civiltà dell'amore", non solo in Vietnam
ma in tutto il mondo. È necessario ridurre le ingiustizie nella società e "cancellare
le tracce" di quanti affermano una "cultura della morte". (R.P.)