Papa Francesco: garantire diritti economici e sociali ai lavoratori delle miniere
Diritti dei lavoratori, protezione dell’ambiente, bene comune, armonia di interessi.
Questi i temi del Messaggio del Papa in occasione della Giornata di riflessione sulle
questioni ambientali e sociali legate al settore dell’industria mineraria mondiale,
promossa dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace e svoltasi sabato scorso
a Palazzo San Calisto. Presenti i dirigenti delle più importanti compagnie minerarie,
rappresentanti della Chiesa cattolica ed esponenti di varie realtà legate al settore.
Il servizio di Giada Aquilino:
Un “processo
decisionale nuovo e più consapevole”, nel rispetto dei diritti dei lavoratori, per
“non ripetere i gravi errori del passato” riguardo alle questioni ambientali e sociali
legate al settore dell’industria mineraria mondiale. È l’auspicio di Papa Francesco
nel Messaggio, a firma del cardinale Tarcisio Bertone.
Nel testo, indirizzato
al presidente del dicastero, il cardinale Peter Turkson, il Pontefice - salutando
sia i partecipanti, tra cui i dirigenti delle principali compagnie minerarie internazionali,
sia gli operai e le loro famiglie, i sindacati, le comunità locali e gli Stati in
cui si trovano le risorse minerarie, in particolare in Africa e nei Paesi in via di
sviluppo - ha sottolineato la crucialità dell’incontro, a cui hanno preso parte cristiani,
fedeli di altre religioni e non credenti: “è la prima volta - ha scritto il Papa -
che dirigenti dell’industria mineraria” si sono ritrovati, vicino al Successore di
Pietro, “per riflettere sull’importanza delle loro responsabilità nei confronti dell’uomo
e dell’ambiente”. Obiettivo: “un serio esame di coscienza sul da farsi affinché l’industria
mineraria possa offrire un positivo e costante contributo allo sviluppo umano integrale”.
Secondo i dati forniti dall’ufficiale responsabile delle questioni ambientali
del dicastero, Tebaldo Vinciguerra, tale industria assicura tra il 10 e il 20% della
ricchezza mondiale, coinvolgendo soprattutto in America Latina, Africa e Asia almeno
2,5 milioni di persone a livello ufficiale. Stime più ampie parlano di 15 - 20 milioni
di persone occupate nel settore, anche in situazioni non sempre legali, con fenomeni
di criminalità, corruzione, sfruttamento minorile, inquinamento e violenze, pure nei
confronti di missionari e vescovi che, ricorda il Pontificio Consiglio della Giustizia
e della Pace, sono stati nel tempo minacciati o uccisi, perché schieratisi a fianco
delle popolazioni delle zone minerarie che chiedevano una più equa distribuzione delle
ricchezze.
“Non sempre senza motivo - ha infatti aggiunto Francesco - l’attività
delle industrie estrattive è vista come uno sfruttamento ingiusto delle risorse naturali
e delle popolazioni locali, ridotte, a volte, addirittura in schiavitù e costrette
a spostarsi, abbandonando le loro terre d’origine”. Ciò implica questioni etiche complesse,
“difficili da risolvere con una risposta unica”, e ricorda “la serietà” con cui ogni
azione umana deve essere intrapresa. “L’attività estrattiva, come anche altre attività
industriali, ha conseguenze ecologiche e sociali che - ha notato il Papa - vengono
trasmesse da una generazione all’altra”.
D’altra parte, si legge ancora nel
Messaggio, guardando a ciò che è successo in passato, “oggi le decisioni non vanno
prese solo in base a prospettive geologiche o in vista dei profitti economici degli
investitori e degli Stati in cui sono insediate le aziende”: Francesco ha ricordato
che “è indispensabile” e “inevitabile” tenere presente “la complessità dei problemi
in questione in un contesto di solidarietà”, garantendo “ai lavoratori i diritti economici
e sociali, nel pieno rispetto delle norme e delle direttive dell’Organizzazione Internazionale
del Lavoro”.
Per quanto riguarda la protezione dell’ambiente, poi, “è indispensabile
che le attività estrattive rispettino gli standard internazionali”. La grande sfida
per i dirigenti d’azienda, rammenta il Santo Padre, è quella di “creare un’armonia
tra gli interessi, che tenga conto delle esigenze degli investitori, dei manager,
dei lavoratori, delle loro famiglie, del futuro dei figli, della preservazione dell’ambiente
a livello regionale e internazionale e che costituisca, al contempo, un contributo
alla pace mondiale”. Dunque, “numerose” sono le sfide, da affrontare ispirandosi a
“principi morali che mirano al bene” di tutti. “Questo - ha concluso il Pontefice
- permetterebbe ai leader delle imprese minerarie di affrontare le difficoltà che
si presentano con un’attenzione speciale nei confronti dei minatori e delle loro famiglie,
delle popolazioni locali e dell’ambiente, della solidarietà internazionale e intergenerazionale”.
In tale contesto, le Chiese locali sono chiamate a collaborare “con i dirigenti delle
imprese minerarie così da aiutarli a sviluppare una visione sempre più completa della
questione”.