2013-09-09 12:46:29

Papa Francesco: garantire diritti economici e sociali ai lavoratori delle miniere


Diritti dei lavoratori, protezione dell’ambiente, bene comune, armonia di interessi. Questi i temi del Messaggio del Papa in occasione della Giornata di riflessione sulle questioni ambientali e sociali legate al settore dell’industria mineraria mondiale, promossa dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace e svoltasi sabato scorso a Palazzo San Calisto. Presenti i dirigenti delle più importanti compagnie minerarie, rappresentanti della Chiesa cattolica ed esponenti di varie realtà legate al settore. Il servizio di Giada Aquilino:RealAudioMP3

Un “processo decisionale nuovo e più consapevole”, nel rispetto dei diritti dei lavoratori, per “non ripetere i gravi errori del passato” riguardo alle questioni ambientali e sociali legate al settore dell’industria mineraria mondiale. È l’auspicio di Papa Francesco nel Messaggio, a firma del cardinale Tarcisio Bertone.

Nel testo, indirizzato al presidente del dicastero, il cardinale Peter Turkson, il Pontefice - salutando sia i partecipanti, tra cui i dirigenti delle principali compagnie minerarie internazionali, sia gli operai e le loro famiglie, i sindacati, le comunità locali e gli Stati in cui si trovano le risorse minerarie, in particolare in Africa e nei Paesi in via di sviluppo - ha sottolineato la crucialità dell’incontro, a cui hanno preso parte cristiani, fedeli di altre religioni e non credenti: “è la prima volta - ha scritto il Papa - che dirigenti dell’industria mineraria” si sono ritrovati, vicino al Successore di Pietro, “per riflettere sull’importanza delle loro responsabilità nei confronti dell’uomo e dell’ambiente”. Obiettivo: “un serio esame di coscienza sul da farsi affinché l’industria mineraria possa offrire un positivo e costante contributo allo sviluppo umano integrale”.

Secondo i dati forniti dall’ufficiale responsabile delle questioni ambientali del dicastero, Tebaldo Vinciguerra, tale industria assicura tra il 10 e il 20% della ricchezza mondiale, coinvolgendo soprattutto in America Latina, Africa e Asia almeno 2,5 milioni di persone a livello ufficiale. Stime più ampie parlano di 15 - 20 milioni di persone occupate nel settore, anche in situazioni non sempre legali, con fenomeni di criminalità, corruzione, sfruttamento minorile, inquinamento e violenze, pure nei confronti di missionari e vescovi che, ricorda il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, sono stati nel tempo minacciati o uccisi, perché schieratisi a fianco delle popolazioni delle zone minerarie che chiedevano una più equa distribuzione delle ricchezze.

“Non sempre senza motivo - ha infatti aggiunto Francesco - l’attività delle industrie estrattive è vista come uno sfruttamento ingiusto delle risorse naturali e delle popolazioni locali, ridotte, a volte, addirittura in schiavitù e costrette a spostarsi, abbandonando le loro terre d’origine”. Ciò implica questioni etiche complesse, “difficili da risolvere con una risposta unica”, e ricorda “la serietà” con cui ogni azione umana deve essere intrapresa. “L’attività estrattiva, come anche altre attività industriali, ha conseguenze ecologiche e sociali che - ha notato il Papa - vengono trasmesse da una generazione all’altra”.

D’altra parte, si legge ancora nel Messaggio, guardando a ciò che è successo in passato, “oggi le decisioni non vanno prese solo in base a prospettive geologiche o in vista dei profitti economici degli investitori e degli Stati in cui sono insediate le aziende”: Francesco ha ricordato che “è indispensabile” e “inevitabile” tenere presente “la complessità dei problemi in questione in un contesto di solidarietà”, garantendo “ai lavoratori i diritti economici e sociali, nel pieno rispetto delle norme e delle direttive dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro”.

Per quanto riguarda la protezione dell’ambiente, poi, “è indispensabile che le attività estrattive rispettino gli standard internazionali”. La grande sfida per i dirigenti d’azienda, rammenta il Santo Padre, è quella di “creare un’armonia tra gli interessi, che tenga conto delle esigenze degli investitori, dei manager, dei lavoratori, delle loro famiglie, del futuro dei figli, della preservazione dell’ambiente a livello regionale e internazionale e che costituisca, al contempo, un contributo alla pace mondiale”. Dunque, “numerose” sono le sfide, da affrontare ispirandosi a “principi morali che mirano al bene” di tutti. “Questo - ha concluso il Pontefice - permetterebbe ai leader delle imprese minerarie di affrontare le difficoltà che si presentano con un’attenzione speciale nei confronti dei minatori e delle loro famiglie, delle popolazioni locali e dell’ambiente, della solidarietà internazionale e intergenerazionale”. In tale contesto, le Chiese locali sono chiamate a collaborare “con i dirigenti delle imprese minerarie così da aiutarli a sviluppare una visione sempre più completa della questione”.







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