Siria, John Kerry a Parigi raccoglie consensi. Assad: in caso di attacco minaccia
ritorsioni
Washington prosegue la sua campagna di persuasione internazionale sulla opportunità
di un intervento militare in Siria. Il segretario di Stato americano John Kerry a
Parigi raccoglie i consensi di europei e arabi. Il presidente siriano, Bashar al Assad,
dichiara poi che, in caso di attacco contro la Siria, ci saranno "ritorsioni". Marina
Calculli:
E’ una vera
e propria offensiva diplomatica quella che sta portando avanti il Segretario di Stato
John Kerry, prima che il Congresso americano voti sull’intervento punitivo contro
Bashar al Assad, accusato di aver usato gas sarin sul suo popolo. Parigi, in testa
agli europei a favore dell’azione militare, ribadisce che sarà accanto a Washington.
Il ministro degli esteri francese Fabius si è compiaciuto del fatto che 7 paesi del
G-8 e 12 del G-20 stanno dalla parte di Obama. Tra i paesi arabi, del tutto a favore
dell’intervento sono i paesi del Golfo, mentre scettici rimangono il Libano e la Giordania:
confinanti con la Siria, temono il tracimare del conflitto sui propri territori nazionali.
D’altra parte anche la Casa Bianca oggi ammette che “ci sono molti rischi” nell’attacco,
ma che si deve stare attenti a limitare gli obiettivi. Ma intanto Assad torna a difendersi
e lo fa sulla rete americana CBS: “Non ci sono prove che sia stato io ad usare armi
chimiche. Lo nego fermamente” e a proposito della possibilità di attacco ribadisce
che i suoi alleati lo difenderanno. Intanto in Siria i combattimenti continuano: il
villaggio a maggioranza cristiana di Maaloula, a nord di Damasco, ricco di monasteri
antichi, è ormai in mano ai ribelli. Alcuni di essi sono i jihadisti del fronte al-Nousra.