Iniziata in Piazza San Pietro la Veglia per la pace. Mons. Zenari: l'unica arma è
il dialogo
Con l'arrivo a piedi di Papa Francesco alle 19.00 è iniziata in Piazza San Pietro
la veglia di preghiera per la pace in Siria e in tutto il mondo. Decine di migliaia
le persone presenti in piazza. Ci sono anche esponenti musulmani. Circa 50 sacerdoti
sono disponibili per le Confessioni sotto il Colonnato di Bernini. La veglia si è
aperta con il canto del “Veni Creator”: segue la recita del Rosario, di fronte all’icona
mariana della Salus Populi Romani, arricchito da riflessioni di Santa Teresa di Lisieux.
Poi la meditazione di Papa Francesco. Seguiranno l'Adorazione eucaristica e l'Ufficio
delle Letture. La Benedizione eucaristica concluderà alle 23.00 l'evento. Ma come
si sta vivendo proprio in Siria questa giornata fortemente voluta dal Papa? Al microfono
di Giancarlo La Vella, la risposta dell'arcivescovo Mario Zenari, nunzio
apostolico nel Paese:
R. – C’è un
grande sentimento di riconoscenza da parte mia e di tutti i siriani cristiani, cattolici
e musulmani, che hanno tutti accolto molto favorevolmente questa iniziativa di preghiera
e di digiuno per la pace in Siria e nel mondo. Tutti si uniscono a questo invito del
Santo Padre a formare questa catena di impegno, di solidarietà per la pace.
D.
– È un momento, questa giornata, anche in cui le varie espressioni della società mondiali
sono chiamate a dialogare…
R. – Direi di sì. Bisogna ripristinare “l’arma”
del dialogo, è quella che rende più di tutte. Anche se questo dialogo si inceppa spesso
e deve percorrere vie molto tortuose, molto irte …
D. – Anche se le notizie
che giungono, sia dal terreno, che dalla diplomazia internazionale non sembrano positive,
una giornata come questa, può far rinascer la speranza di pace, soprattutto nel popolo
siriano?
R. – Direi di sì. Questo incoraggiamento e questo sentimento di solidarietà
mondiale si percepiscono. Direi che quasi quasi si respira, anche se, purtroppo, mentre
sto parlando, con un orecchio sento la vostra voce e con l’altro - come tutti i giorni
- il rimbombo dell’artiglieria. Però, certamente la giornata di oggi e questa iniziativa
del Santo Padre è stata molto opportuna. Vorrei aggiungere che è stato molto opportuno
l’aver abbinato la preghiera al digiuno. Il digiuno, sia nella tradizione cristiana
che in quella musulmana, è sentito come un grande valore ed è quindi qualcosa che
ci accomuna. Poi, non bisogna dimenticare che milioni di persone da due anni vivono
in un digiuno forzato. Se pensiamo che la fame si fa sentire anche qui attorno, perché
non c’è più lavoro, quindi non ci sono salari, i prezzi dei generi di prima necessità,
anche elementari, sono saliti enormemente… Anche i bambini sono accomunati in questo
digiuno forzato. Quindi, direi che il digiuno che noi facciamo volontariamente per
la durata di una giornata ci fa pensare di essere solidali con tutta questa gente,
anche con i bambini che vivono un digiuno forzato da mesi e mesi.