2013-09-07 08:52:44

Il Kenya chiede di uscire dalla Corte Penale Internazionale


Ha suscitato clamore la decisione del parlamento kenyota che ha approvato una mozione per chiedere l’uscita del Paese dalla Corte penale Internazionale. Nei prossimi mesi l'organismo dovrà giudicare il presidente Uhuru Kenyatta e il vice presidente William Ruto per crimini contro l’umanità, in relazione alle violenze scoppiate dopo le contestate elezioni del 2007. Il Kenya diventerebbe così il primo paese al mondo ad uscire dalla Corte. Marina Tomarro ha intervistato Marina Mancini docente di diritto internazionale penale presso la Luiss Guido Carli:RealAudioMP3

R. - Per ritirarsi dallo statuto della Corte Penale Internazionale il Kenya dovrà notificare questa sua volontà al segretario generale delle nazioni unite ed il ritiro avrà effetto soltanto un anno dopo la ricezione di questa notifica. L’eventuale ritiro del Kenya sarebbe un passo indietro per la giustizia penale internazionale e rappresenterebbe un tentativo di delegittimazione della Corte Penale Internazionale; inoltre potrebbe aprire la strada al ritiro da parte di altri Stati parte, nel caso in cui i leader dovessero essere accusati di crimini dal procuratore della corte.

D. – Dal punto di vista legale sarebbe meglio che il processo si svolgesse all’Aia, o nei Paesi africani, in questo caso in Kenya?

R. – Il Kenya ha contestato davanti alla Corte l’ammissibilità del caso riguardante il presidente Kenyatta ed il suo vice Rutu; affermando di voler procedere nei loro confronti. La Corte Penale Internazionale ha però respinto l’eccezione di inammissibilità sollevata dal Kenya, non rinvenendo dati concreti riguardo ad una effettiva volontà di procedere nei loro confronti.

D. - Questa protesta, secondo lei, può essere legata ad un discorso di affrancazioni di Paesi Africani, del Kenya, rispetto all’Occidente?

R. – Assolutamente no. Si tratta semplicemente di un tentativo del Kenya di tutelare i propri leader. Quindi, si tratta di un passo indietro rispetto alla volontà manifestata a suo tempo dal Kenya di divenire parte dello statuto della Corte e quindi di assoggettarsi alla giurisdizione della Corte nel caso in cui i propri tribunali non fossero in grado, oppure non vi fosse un’effettiva volontà di procedere nei confronti di individui accusati di crimini commessi sul territorio del Kenya, o da cittadini kenioti.







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