Il G 20 si divide sull'intervento armato in Siria. Sul terreno ancora scontri
Il G20 di San Pietroburgo intanto si è spaccato sulla crisi siriana. Da una parte
gli Stati Uniti e i Paesi che premono per l’intervento, dall’altra quelli capitanati
dalla Russia che accettano la sola soluzione negoziale. Mosca ha però detto di essere
pronta a fornire supporto umanitario e militare ad Assad in caso di aggressione. Sentiamo
Giuseppe D’Amato:00:00:58:10
Il summit del G20 di San Pietroburgo
non ha portato cambiamenti. Anzi le posizioni dei due fronti si sono ulteriormente
radicalizzate. Putin, che ha ricordato il pensiero di Papa Francesco su un intervento
armato inammissibile, ha minacciato di aiutare la Siria in caso di attacco militare
americano. Di parere opposto il collega statunitense Obama, che sottolinea come, senza
una risposta adeguata al massacro chimico del 21 agosto, si rischia di far passare
un messaggio di impunità. Undici Paesi tra cui l’Italia hanno firmato un documento
di condanna del regime di Assad, indicato come responsabile dell’attacco chimico.
La parola ora passa al Consiglio di Sicurezza dell’Onu e ai suoi ispettori, che dovranno
rendere presto pubbliche le prove sulle responsabilità dell’azione criminale. Washington
è irritata dalla posizione russa che, a suo dire, ha paralizzato il Consiglio di sicurezza.
Della stessa opinione sono anche Germania e Gran Bretagna. Martedì Obama parlerà agli
Stati Uniti.
In Siria intanto non si fermano gli scontri con vittime e
feriti tra militari e oppositori, attaccato anche il villaggio cristiano di Malula.
Massima allerta nei Paesi confinati Damasco. Il servizio di Marina Calculli:00:01:00:41