Corte Amsterdam: Stato olandese responsabile morte di 3 musulmani nel massacro di
Srebrenica
La Corte di Cassazione di Amsterdam ha giudicato lo Stato olandese responsabile per
la morte di tre musulmani nel massacro di Srebrenica del luglio 1995. I tre uomini
erano stati respinti da una 'zona protetta' sotto il controllo dei caschi blu olandesi.
La sentenza conferma il pronunciamento di una Corte d'appello emesso nel 2011 in una
causa civile promossa dai familiari delle tre vittime. La sentenza - da vari osservatori
definita storica - apre varie questioni. Davide Pagnanelli ha ascoltato Andrea
Rossini, esperto di questioni balcaniche:
R. - Nel luglio
del ’95 le truppe serbo-bosniache guidate dal generale Ratko Mladić, sono entrate
nell’enclave che doveva essere protetta dal contingente dei Caschi blu olandesi.
Nei giorni successivi hanno avviato il massacro della popolazione maschile. È un genocidio,
secondo tante e diverse fontigiuridicheinternazionali che hanno accertato
l’uccisione nei giorni seguenti all’11 luglio del ’95 di oltre ottomila musulmani
bosniaci e il loro interramento in fosse comuni.
D. - Quali sono le responsabilità
che sono state imputate agli olandesi e sono state riconosciute?
R. - C’è stata
una causa civile durata circa dieci anni intentata contro lo Stato olandese da alcuni
sopravvissuti e familiari di vittime. Secondo la loro denuncia si sarebbe trattato,
nei fatti, di una responsabilità per mancata protezione. È stata una storia giudiziaria
abbastanza complessa che si è conclusa con il giudizio definitivo, il quale ha dato
ragione ai sopravvissuti e ai familiari delle vittime. In particolare, Hasan Nuhanović,
aveva chiesto ai militari olandesi per cui lavorava di accogliere all’interno della
loro base anche suo fratello, sua madre e suo padre. I militari olandesi hanno rifiutato
e, nei giorni successivi, il padre, il fratello e la madre di Nuhanović sono stati
uccisi. Sono stati ritrovati un paio di anni dopo sepolti in fosse comuni.
D.
- Quali saranno le conseguenze di questa sentenza?
R. - Da una lato apre la
strada ad un prevedibile ricorso anche da parte di altri familiari sopravvissuti contro
lo Stato olandese. Secondo alcuni osservatori, dal momento che la giustizia olandese
ha detto che è lo Stato olandese ad essere il responsabile di quanto avvenuto, ora
verosimilmente, gli Stati saranno meno disponibili a prestare i propri contingenti
per missioni di pace.
D. - A che punto sono altri processi relativi al massacro?
R.
- In questo momento sono in corso i processi contro Radovan Karadžić e contro Ratko
Mladić, il capo militare. Dopo una lunga latitanza, entrambi questi rappresentanti
sono stati consegnati alla giustizia internazionale. Teniamo presente che Srebrenica
è stata una strage che ha richiesto anche la partecipazione di molte persone per essere
portata a termine. Per cui, ci sono centinaia di persone che dovrebbero essere portate
a giudizio per quei fatti.