2013-09-06 14:41:10

Mons. Paglia: le famiglie, da bambini agli anziani, condividano la preghiera di pace del Papa


In vista della Veglia per la pace in Siria, l’arcivescovo Vincenzo Paglia, nella sua veste di capo del dicastero vaticano per la Famiglia, ha inviato una lettera alle famiglie cristiane invitandole a condividere, dai bambini fino agli anziani, la preghiera e il digiuno chiesti da Papa Francesco. Al microfono di Xavier Sartre, il presule spiega il perché:RealAudioMP3

R. - Credo sia importante che l’appello per la pace lanciato da Papa Francesco raggiunga le famiglie del mondo, perché le famiglie sono il luogo da cui si origina la vita, la pace, la solidarietà e la fraternità. Di fronte alle tragedie della guerra - a partire dal conflitto che noi viviamo in Siria - è importante che tutti in qualche modo si coinvolgano. Per i credenti, per le famiglie cristiane, rivolgere a Dio la preghiera significa toccare uno dei timoni della storia, perché la preghiera cambia la storia: la preghiera insistente presso il Signore incide in profondità negli eventi storici. E anche il gesto del digiuno porta a comprendere che se non c’è un cambiamento, se non c’è un blocco rispetto alla corsa alla soddisfazione, a qualsiasi soddisfazione individuale e collettiva, è difficile che la pace venga. A mio avviso, radunare attorno al tavolo, in quel giorno, anziani e bambini, giovani e adulti, in digiuno per la guerra e in preghiera perché venga evitata o le altre vengano bloccate, io credo sia un grande segno di civiltà, oltre che di fede. E aggiungevo che sarebbe bene chiamare anche i propri anziani, perché probabilmente molto di loro hanno visto con i loro occhi i drammi della guerra e raccontare questi drammi ai bambini è, forse, la lezione più grande che gli adulti e gli anziani oggi possono dare ai loro figli sul futuro del Pianeta.

D. - E’ così importante parlare della guerra ai bambini?

R. - Assolutamente. Anche perché, purtroppo, i nostri telegiornali e i nostri quotidiani sono pieni non solo di parole di guerra, ma anche di immagini. Che i bambini si rendano conto che ci sono milioni di loro coetanei che sono stroncati o fisicamente o nelle loro speranze dalla violenza della guerra, io credo che sia una grande saggezza trovare le parole per spiegarlo. E probabilmente, mentre noi adulti lo spieghiamo ai bambini, cresce anche in noi la coscienza che questa tragedia non può e non deve più abbattersi su nessun popolo.







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