Riprendere i colloqui di pace entro tre giorni per arrivare a un’intesa massimo in
due settimane: questa la decisione presa sul conflitto nella Repubblica Democratica
del Congo tra il governo e i ribelli dell’M23, che è stato al centro dell’attesa Conferenza
internazionale sulla regione dei Grandi Laghi, svoltasi giovedì a Kampala, in Uganda.
Giulio Albanese:
Un summit che
ha visto la partecipazione dei capi di stato africani coinvolti nella difficile mediazione
tra il governo di Kinshasa e i famigerati ribelli filo rwandesi M23. Tra le delegazioni
si è percepito un diffuso senso d’impazienza, ma anche una grande frustrazione, non
solo per l’inasprimento del conflitto, ma anche per la palese incoerenza dei governi
di Kampala e Kigali che a parole si dicono super partes, mentre nei fatti sostengono,
con modalità diverse, la ribellione. Comunque, nella capitale ugandese si è deciso
di dare tre giorni di tempo alle parti in conflitto per riprendere i colloqui di pace
che entro 14 giorni dovrebbero concludersi con la firma di un’intesa. Ma gli osservatori
sono scettici, anche perché i ribelli minacciano di riprendere la cittadina collinare
di Kibati. D’altronde gli interessi in gioco, legati al controllo delle immense risorse
minerarie dell’ex Zaire, condizionano non poco il negoziato.