Veglia di pace per la Siria, adesioni continue e senza confini
E' sempre più ampia e senza confini l'adesione alla Giornata di preghiera e digiuno
per la pace in Siria indetta da Papa Francesco per sabato 7 settembre. Nel piccolo
villaggio cristiano di Maaloula, a nord di Damasco, simbolo della cristianità in Siria
e luogo di pellegrinaggio per fedeli cristiani e musulmani, si prega già per la pace,
mentre si è sotto la minaccia diretta di gruppi armati. L’importanza che ha per le
comunità locali la vicinanza del Santo Padre è testimoniata anche da padre Nawras
Sammour, responsabile per il Medio Oriente e il Nord Africa del Servizio dei Gesuiti
per i Rifugiati, che in una telefonata alla Fondazione di diritto pontificio Aiuto
alla Chiesa che Soffre (Acs) da Aleppo condanna la possibilità di un intervento armato,
ricordando che le parole del Papa sono state apprezzate anche dal Gran Muftì del Paese,
Ahmad Badreddin Hassou, che ha espresso il desiderio di poter pregare sabato in piazza
San Pietro. Anche Maria Saadeh, deputato al parlamento di Damasco e di fede greco-cattolica,
si sente vicina al Papa e alla “Santa Sede che conosce bene la nostra cultura e può
sostenere i nostri sforzi per la pace e per fermare la violenza”. Forti si levano
voci anche altrove, nel mondo: in Indonesia, cattolici e musulmani pregheranno uniti
in comunione con il Papa, sottolineando che “le armi non rappresentano la soluzione
per dirimere i conflitti”, mentre a Hong Kong il cardinale John Tong esorta i fedeli
alla preghiera e a celebrare la giornata di digiuno per ottenere la pace mondiale
a lungo termine. Molte le iniziative intraprese dalle Chiese dell’America Latina,
mentre vicinanza e solidarietà è stata espressa anche dai Paesi geograficamente più
vicini alla Siria: le comunità maronite libanesi, ad esempio, invitano tutto il popolo
del Libano e pregare con il Santo Padre, mentre dal Paese Issam Bishara, responsabile
della Catholic Near East Welfare Association (Cnewa), l’associazione fondata nel 1926
da Pio XI per l’aiuto spirituale e materiale dei cattolici nel Medio Oriente e nell’Europa
Orientale, torna a puntare l’attenzione sulla questione dei rifugiati siriani. Dall’Iraq,
il Patriarca di Babilonia dei caldei, Louis Raphael Sako I, richiama tutta la Chiesa
locale a condividere la Giornata di preghiera e digiuno, mentre in Egitto – altro
Paese sconvolto dalle violenze – il portavoce dei vescovi cattolici, padre Rafic Greiche,
testimonia l’ottima accoglienza che l’iniziativa ha trovato presso la popolazione,
che nelle notti di venerdì e sabato prossimi si raccoglierà nelle chiese per momenti
speciali di preghiera comunitaria, adorazioni e celebrazioni eucaristiche. (A cura
di Roberta Barbi)