2013-09-05 14:02:38

Veglia di pace per la Siria, adesioni continue e senza confini


E' sempre più ampia e senza confini l'adesione alla Giornata di preghiera e digiuno per la pace in Siria indetta da Papa Francesco per sabato 7 settembre. Nel piccolo villaggio cristiano di Maaloula, a nord di Damasco, simbolo della cristianità in Siria e luogo di pellegrinaggio per fedeli cristiani e musulmani, si prega già per la pace, mentre si è sotto la minaccia diretta di gruppi armati. L’importanza che ha per le comunità locali la vicinanza del Santo Padre è testimoniata anche da padre Nawras Sammour, responsabile per il Medio Oriente e il Nord Africa del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati, che in una telefonata alla Fondazione di diritto pontificio Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs) da Aleppo condanna la possibilità di un intervento armato, ricordando che le parole del Papa sono state apprezzate anche dal Gran Muftì del Paese, Ahmad Badreddin Hassou, che ha espresso il desiderio di poter pregare sabato in piazza San Pietro. Anche Maria Saadeh, deputato al parlamento di Damasco e di fede greco-cattolica, si sente vicina al Papa e alla “Santa Sede che conosce bene la nostra cultura e può sostenere i nostri sforzi per la pace e per fermare la violenza”. Forti si levano voci anche altrove, nel mondo: in Indonesia, cattolici e musulmani pregheranno uniti in comunione con il Papa, sottolineando che “le armi non rappresentano la soluzione per dirimere i conflitti”, mentre a Hong Kong il cardinale John Tong esorta i fedeli alla preghiera e a celebrare la giornata di digiuno per ottenere la pace mondiale a lungo termine. Molte le iniziative intraprese dalle Chiese dell’America Latina, mentre vicinanza e solidarietà è stata espressa anche dai Paesi geograficamente più vicini alla Siria: le comunità maronite libanesi, ad esempio, invitano tutto il popolo del Libano e pregare con il Santo Padre, mentre dal Paese Issam Bishara, responsabile della Catholic Near East Welfare Association (Cnewa), l’associazione fondata nel 1926 da Pio XI per l’aiuto spirituale e materiale dei cattolici nel Medio Oriente e nell’Europa Orientale, torna a puntare l’attenzione sulla questione dei rifugiati siriani. Dall’Iraq, il Patriarca di Babilonia dei caldei, Louis Raphael Sako I, richiama tutta la Chiesa locale a condividere la Giornata di preghiera e digiuno, mentre in Egitto – altro Paese sconvolto dalle violenze – il portavoce dei vescovi cattolici, padre Rafic Greiche, testimonia l’ottima accoglienza che l’iniziativa ha trovato presso la popolazione, che nelle notti di venerdì e sabato prossimi si raccoglierà nelle chiese per momenti speciali di preghiera comunitaria, adorazioni e celebrazioni eucaristiche. (A cura di Roberta Barbi)







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