Prima Giornata Onu sulla carità, nel ricordo di Madre Teresa di Calcutta
Celebrata nell'anniversario della morte di Madre Teresa di Calcutta, scomparsa il
5 settembre 1997, la prima Giornata della carità indetta dall’Onu. Ricorrenza che
rafforza gli impegni in vista della Veglia di preghiera e digiuno, sabato prossimo,
indetta dal Papa per fermare la guerra in Siria, in Medio Oriente e nel mondo intero.
Roberta Gisotti ha intervistato donFrancesco Soddu, direttore
della Caritas italiana:
D. – “Guerra
chiama guerra, violenza chiama violenza”, ha ribadito il Papa, chiedendo “gesti di
pace e parole di speranza”. Don Soddu: ognuno può fare qualcosa?
R. – Sì, ognuno
può fare tutto! Perché se il mare, come comunemente si dice, è formato da tante gocce,
direi che il “mare del bene” non può che esser fatto dall’apporto di ciascuno.
D.
– La Siria è in primo piano in questi ultimi giorni per l’uso delle armi chimiche
che sarebbero state utilizzate dall’esercito e forse anche dai ribelli. Nonostante
l’orrore per le vittime di queste armi, ci si chiede perché un intervento armato degli
Stati Uniti ed eventuali alleati sia solo adesso, quando la lista dei morti è arrivata
in due anni e mezzo di conflitto ad oltre 100 mila…
R. – Sì, questo spaventa
veramente. Ecco, se dovessimo seguire questa ondata di violenze non faremmo altro
che aggiungere violenza a violenza, come ha sottolineato il Santo Padre nell’Angelus
domenica scorsa. Così come un antico detto latino che diceva: “Se vuoi la pace prepara
la guerra”. Noi invece sulla parola del Signore siamo fermamente convinti che se si
vuole la pace si deve essere "costruttori di pace", attraverso strumenti che non possono
essere diversi dalla stessa pace. Quindi, l’incontro, il confronto, il dialogo devono
essere gli strumenti e le tappe che probabilmente fino ad oggi non sono state neanche
minimamente affrontate.
D. – Voi come Caritas avete lanciato la campagna "La
Siria grida pace": a che punto è la campagna?
R. – La campagna a questo punto
non può essere quantificata. Il nostro impegno naturalmente è sempre vivo, momento
per momento, oggi in modo particolare. E, non possiamo non gioire nell’accogliere
la Giornata odierna delle Nazioni Unite, che mette in primo piano l’aspetto fondamentale
del nostro lavoro e del nostro impegno nell’apostolato della Chiesa, cioè la carità,
ben consapevoli che la carità non è semplicemente dare un aiuto magari molto lontano
dalla nostra persona. Per noi, la carità è Dio stesso che manifesta la vicinanza con
l’altro attraverso il rapporto personale. Quindi, la campagna a favore della Siria
diventa molto inadeguata, però è adeguata nella misura in cui noi non perdiamo mai
la speranza di fronte all’anelito di pace, seguendo appunto l’invito di Papa Francesco
di preghiera e di digiuno per questo.