G20 a San Pietroburgo: al centro del vertice, la crisi siriana e l’economia mondiale
Massima attenzione al tema “Siria” al G20, oggi al via a San Pietroburgo, in Russia,
dove i leader delle 20 economie più avanzate del mondo parleranno anche di superamento
della crisi mondiale e del rallentamento delle economie emergenti a causa delle politiche
messe in atto dalla Fed. Ma sarà soprattutto il conflitto in Siria ad avere ampio
spazio nell’agenda del vertice. Da ieri in Europa, il presidente Usa, Barack Obama,
ha spiegato che la credibilità del Congresso americano “è messa alla prova su come
risponderemo al presunto utilizzo di armi chimiche da parte di Damasco”. Da sempre
contrari all’intervento, invece, Russia e Cina, ed è proprio Pechino che apre al G20
le dichiarazioni sulla crisi siriana: “Un’azione militare avrebbe un impatto negativo
sull’economia globale – ha detto il viceministro delle Finanze cinese, Zhu Guangyao
– in particolare sul prezzo del petrolio, causandone l’aumento”. Mosca, intanto, aveva
ipotizzato una revisione della propria posizione nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu,
a patto che fosse dimostrato “in maniera incontrovertibile” l’uso di armi chimiche
da parte di Assad, ma il portavoce di Putin ha confermato che il presidente non avrà
in questi giorni incontri bilaterali, né con Obama né con l’inviato speciale delle
Nazioni Unite e della Lega Araba per la crisi in Siria, Lakhdar Brahimi, che a sorpresa
è partito per la Russia, dove – ha detto il segretario generale Ban ki-moon – premerà
in favore di una soluzione politica e della convocazione di una conferenza internazionale,
la cosiddetta “Ginevra 2”. (R.B.)