Egitto: nuovi arresti fra gli esponenti del fronte islamista
In Egitto, a seguito alle nuove manifestazioni degli islamisti a due mesi dalla destituzione
dell’ex presidente Mohammed Morsi, non si placano le polemiche politiche e le violenze
sul terreno. Il Servizio di Giuseppe Acconcia:00:01:00:19
Il
presidente ad interim Adly Mansour in un’intervista televisiva ha negato che il Paese
sia in procinto di tornare all’era Mubarak. “L’apparato di sicurezza si limita a proteggere
il popolo e non ha un ruolo politico”, ha assicurato Mansour, ribadendo che lo stato
di emergenza terminerà, come stabilito, a metà settembre. Continuano invece gli arresti
e i processi a esponenti politici islamisti. L’ex presidente Morsi si è rifiutato
di rispondere alle accuse di aver ordinato violenze sui manifestanti nelle proteste
del palazzo presidenziale del dicembre scorso. Mentre sono stati arrestati ieri, Saad
El-Husseini, ex governatore di Kafr El-Sheikh, e Mostafa Issa, ex governatore di Minya.
Intanto, secondo la stampa locale, l'ambasciatore turco Huseyin Avni Botsali
sta per fare rientro al Cairo. Ankara lo aveva richiamato in patria il 16 agosto scorso
a causa dell’opposizione del premier turco Recep Tayyp Erdogan alla deposizione di
Morsi. Mentre ieri, gli Emirati Arabi Uniti hanno promesso aiuti finanziari aggiuntivi
all’Egitto per due miliardi di dollari. Nelle scorse settimane dai Paesi del Golfo
erano arrivati prestiti al Cairo pari a 12 miliardi di dollari. Infine, due soldati
sono morti ieri nel Sinai. Nove islamisti sarebbero stati uccisi invece nel villaggio
di Al-Toma in operazioni condotte dalle forze armate.