2013-09-04 14:03:25

Udienza generale. Il Papa ricorda la Gmg: i giovani aprano le porte verso un mondo nuovo di speranza


L'udienza generale era stata aperta da Papa Francesco con una catechesi interamente dedicata al ricordo della Gmg di Rio de Janeiro. Riandando a quei giorni in Brasile, il Papa ha una volta ancora esortato tutti i giovani a essere “speranza” per il mondo. La cronaca nel servizio di Alessandro De Carolis:RealAudioMP3

Il dialogo è ripreso da dove si era interrotto, come se l’ultima eco dell’applauso scoppiato sull’incredibile colpo d’occhio di Copacabana avesse lentamente viaggiato sull’oceano per riesplodere un mese dopo fra le colonne del Bernini. E il dialogo di Papa Francesco con le migliaia di giovani in Piazza San Pietro è stato un raggio di sole in un momento cupo per il pianeta. Il ricordo della Gmg come motore di una speranza che solo i giovani possono donare con pienezza al mondo degli adulti, troppe volte impegnati a pianificare la guerra. Papa Francesco si è concentrato sui ricordi di Rio de Janeiro decantati da una distanza che, ha osservato, consente di inquadrarne “meglio il significato”. Il primo, dei tre messi in luce, è stato l’accoglienza:

“Brava gente questi brasiliani. Brava gente! Hanno davvero un grande cuore. Il pellegrinaggio comporta sempre dei disagi, ma l’accoglienza aiuta a superarli e, anzi, li trasforma in occasioni di conoscenza e di amicizia. Nascono legami che poi rimangono, soprattutto nella preghiera. Anche così cresce la Chiesa in tutto il mondo, come una rete di vere amicizie in Gesù Cristo, una rete che mentre ti prende ti libera”.

E i “bravi” brasiliani, assieme ai giovani della Gmg, hanno offerto – ha proseguito Papa Francesco – anche una testimonianza indelebile di “festa”:

“Quando una città si riempie di ragazzi e ragazze che girano per le strade con le bandiere di tutto il mondo, salutandosi, abbracciandosi, questa è una vera festa. E’ un segno per tutti, non solo per i credenti. Ma poi c’è la festa più grande che è la festa della fede, quando insieme si loda il Signore, si canta, si ascolta la Parola di Dio, si rimane in silenzio di adorazione: tutto questo è il culmine della GMG, è il vero scopo di questo grande pellegrinaggio, e lo si vive in modo particolare nella grande Veglia del sabato sera e nella Messa finale”.

Poi, come spesso accade, l’energia di Papa Francesco è diventata corrente di entusiasmo che ha fatto vibrare chi lo stava ascoltando. E i giovani presenti in Piazza sono stati i primi a reagire all’invito del Papa, che si è soffermato sul terzo degli elementi offerto dalla Gmg: la “missione”. Voi – ha affermato incrociando lo sguardo con ragazze e ragazzi – non fate notizia perché portate Cristo risorto nella società e non gli scandali, la fraternità e non la violenza. Ma anche un ragazzo o una ragazza, “che agli occhi del mondo conta poco o niente”, può giocare un ruolo di enorme importanza per il futuro di quel mondo che lo, o la, ignora. E dunque, ha concluso, Papa Francesco, è necessaria da parte dei giovani una precisa assunzione di responsabilità:

“A tutti i giovani vorrei chiedere con forza, ma io non so se oggi in Piazza ci sono giovani: ci sono giovani in Piazza? Ce ne sono alcuni... Vorrei, a tutti voi, chiedere con forza: volete essere una speranza per Dio? Volete essere una speranza, voi? (Giovani: “Si!”) Volete essere una speranza per la Chiesa? (Giovani: “Si!”) Un cuore giovane, che accoglie l’amore di Cristo, si trasforma in speranza per gli altri, è una forza immensa! Ma voi, ragazzi e ragazze, tutti i giovani, dovete trasformarci in speranza, trasformarvi in speranza! Aprire le porte verso un mondo nuovo di speranza. Questo è il vostro compito. Volete essere speranza per tutti noi? (Giovani: “Si!”)”.

Un analogo invito a “uscire dai recinti” per “ascoltare con amore ogni persona”, il Papa lo ha rivolto in particolare, al momento dei saluti, ai numerosi gruppi di pellegrini provenienti da varie diocesi italiane. L’amore di Dio, ha concluso, va accolto e condiviso, perché così si fa il bene dell’uomo:

“Soprattutto con le persone più deboli e bisognose dobbiamo condividere questo amore che cambia la vita. L’amore di Dio cambia la vita! Ci cambia a tutti noi, ci fa più buoni, più felici… Non dimenticate che ognuno di noi, diffondendo la carità divina, contribuisce a costruire un mondo più giusto e solidale”.







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