Gli Usa preparano l'attacco alla Siria. L'Onu: "Illegali le azioni non autorizzate
dal Palazzo di Vetro"
Gli occhi del mondo puntati con preoccupazione sull’evoluzione della crisi siriana
dopo l’annunciato attacco degli Stati Uniti in seguito all’utilizzo di armi chimiche
nella guerra civile in atto. Il presidente Obama continua a far pressione sul Congresso
per avere un voto positivo all’azione militare. Intanto, da molte parti si cerca di
evitare il peggio. Sempre più numerose le adesioni alla veglia di preghiera per la
pace in Siria, in Piazza San Pietro sabato prossimo, indetta da Papa Francesco, mentre
anche il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon avverte: “Illegale l’uso della
forza senza il via libera delle nazioni Unite. Il servizio di Marina Calculli:
“Solo l’ONU
può dare legittimità ad un intervento militare”. E’ quello che ha detto il segretario
generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon, ribadendo che un attacco punitivo contro
Asad “potrebbe provocare ulteriori problemi”, mentre è importante, ha detto ancora
Ban “aspettare i risultati delle indagini degli ispettori dell’ONU”. Ma Obama preme
sul Congresso perché approvi un intervento contro la Siria, chiede che il voto avvenga
già all’inizio della settimana prossima ed è certo che i Repubblicani daranno il loro
sì. Il capo della Casa Bianca ha poi sottolineato che l’intervento sarà limitato e
mirato. “Nulla di comparabile all’Iraq e all’Afghanistan” e, per fugare i timori di
un’opinione pubblica scettica ribadisce che che “nessun soldato americano sarà inviato
in Siria”. Intanto ieri del materiale balistico è stato lanciato nel mediterraneo,
come denunciato da Mosca. Israele ha ammesso che si trattava di una semplice esercitazione.
Ma la tensione è evidente, mentre si aspetta il G20 dove Obama ha appena annunciato
che vedrà in privato il suo omologo francese. Intanto sul terreno si continua a combattere.
Ieri le forze fedeli a Bashar hanno ripreso la città strategica di Ariha nella provincia
di Idlib.