Fao: nel Sahel 11 milioni di persone soffrono la fame
Riavviare la produzione agricola e zootecnica è la ricetta della Fao per la grave
insicurezza alimentare che colpisce gli Stati africani nel sud del Sahara. Esaurite
le scorte di cibo a disposizione, le famiglie più povere del Sahel non possono sostenere
l’elevato costo dei generi alimentari in attesa del prossimo raccolto. In particolare,
l’agenzia delle Nazioni Unite per l’Agricoltura e l’Alimentazione denuncia il continuo
aumento dei prezzi di sorgo, miglio e mais. La diminuzione degli investimenti internazionali
nel Sahel – che quest’anno rappresentano solo il 17% dei 113,1 milioni di dollari
chiesti dalla Fao – peggiorerà la situazione di malnutrizione acuta che interessa
i bambini sotto i cinque anni e che ha già fatto registrare un aumento dei ricoveri
nei centri di riabilitazioni in Ciad, Mali, Niger e Nigeria. Le ragioni di questa
grave insicurezza alimentare vanno ricercate nella stagione di magra di quest’anno,
che, aggiungendosi alla crisi del 2012, ha determinato l’aumento dei prezzi e il depauperamento
delle famiglie dei contadini. Anche l’esodo delle popolazioni di Mali e Nigeria verso
zone ospitanti, già gravate dalla crisi alimentare, contribuisce all’aumento dei prezzi
nella Regione. Per combattere il rischio di malnutrizione per 1, 4 milioni di bambini,
la Fao auspica l’attenzione della comunità internazionale, affinchè aumentino i fondi
necessari a fornire sementi e fertilizzanti ai contadini e per aiutare i pastori a
migliorare la gestione del bestiame. (E.R)