2013-09-03 14:59:59

Riprendono i negoziati tra Nord e Sud Sudan, in primo piano la gestione del petrolio


Il Sudan continuerà a permettere il transito del greggio proveniente da Juba attraverso gli oleodotti del Nord. Lo hanno deciso ieri in un incontro a Khartoum il presidente sudsudanese Salva Kiir e il suo omologo del Nord, Omar al-Bashir. Ma il petrolio è solo una delle cause del perdurare delle violenze tra i due Paesi; Davide Pagnanelli ne ha parlato con Anna Maria Bono, docente di storia dei Paesi e delle istituzioni africane presso l’Università di Torino:.RealAudioMP3

R. - I due fattori di crisi principali sono da un lato i proventi del petrolio: con l’indipendenza del Sud Sudan gran parte - tre quarti almeno del petrolio estratto dal Sudan, prima unito - sono diventati Sud sudanesi; l’altro fattore di crisi è l’aiuto di cui i due Paesi si accusano reciprocamente ai gruppi di ex militari e di combattenti che nei due Paesi insidiano i governi. Su questo ci sono stati e continuano ad esserci tentativi di accordo mediati dalla comunità internazionale che purtroppo, puntualmente sono stati in questi due anni violati e traditi.

D. – Proprio riguardo la collaborazione per il petrolio, quanto siamo lontani da una soluzione?

R. – L’ideale sarebbe che i due governi si accordassero per una spartizione di questi proventi che soddisfacessero entrambi i Paesi. Una soluzione non sembra verosimile: il Sud Sudan sta cercando di trovare un’alternativa attraverso la costruzione di un oleodotto che porti il petrolio non più verso Nord, ma presumibilmente potenziando un porto esistente già in Kenya.

D. – La costruzione dell’oleodotto non aggraverebbe la crisi tra i due Paesi?

R. – I problemi sono probabilmente anche l’eventualità dell’insorgere di conflitti che prima ancora pongono problemi logistici ed ambientali, perché per esempio la costruzione di un grande terminale sta allarmando gli ambientalisti e non a torto. Si tratterebbe di sconvolgere un’area delle più incontaminate ed anche in termini di attrattiva turistica più interessanti di tutto l’Est Africa.

D. – Quali sono le differenze culturali che hanno portato alla necessità della creazione di uno Stato del Sud Sudan?

R. – Il Nord del Sudan è popolato da etnie di religione prevalentemente islamica ed in parte di origine – anche se remota – araba. Nel Sud abitano popolazioni bantu prevalentemente di religione cristiana, oppure animisti. Questo ha scatenato scontri che man mano sono degenerati in una vera e propria guerra civile, quando l’attuale presidente Al-Bashir ha deciso di applicare più rigorosamente la legge coranica e di estenderla al Sud. Nel frattempo, si sono aggiunti altri fattori, prima di tutto la scoperta di questi immensi giacimenti di petrolio, situati nel centro-sud del Paese. Altro polo critico del Sudan - quand’era un unico Stato - è stato per anni e continua ad essere il Darfur. Purtroppo anche nel Darfur, in questi ultimi mesi, si è riacceso un conflitto che effettivamente si era ridotto ed attenuato. Questo è un altro dei fattori di crisi, motivi di preoccupazione del governo del Sudan, oltre al fatto che una serie di regioni sono in mano a movimenti anti governativi armati.







All the contents on this site are copyrighted ©.