2013-09-03 12:55:05

20.mo del Catechismo: il giudizio finale sarà sull'amore


Il ritorno di Cristo, il giudizio finale, la vita eterna o la condanna. Sono i cardini della fede che si stagliano sull'orizzonte conclusivo della vita di un cristiano. E sono dunque gli ultimi punti attorno ai quali si sviluppa la parte finale del Catechismo della Chiesa Cattolica. Su di essi si sofferma il gesuita, padre Dariusz Kowalczyk, nella 41.ma puntata del suo ciclo di riflessioni dedicate al testo:RealAudioMP3

L’ultima frase del Simbolo della fede dice: Credo la vita eterna. Per il cristiano la morte non è la fine definitiva dell’esistenza della persona umana, ma piuttosto il passaggio alla vita eterna. Il Catechismo ci indica le modalità di questo passaggio.

Dopo la morte ogni uomo viene sottoposto al giudizio. “Saremo giudicati sull’amore” – dice san Giovanni della Croce. Al giudizio l’uomo “o passerà attraverso una purificazione, o entrerà immediatamente nella beatitudine del cielo, oppure si dannerà immediatamente per sempre” (CCC, 1022).

Non siamo capaci di immaginarci il cielo, ma crediamo alle parole della Scrittura: “Il regno di Dio non è questione di cibo o di bevanda, ma è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo” (Rm 14,17). Il cielo è una realtà dinamica, perché Dio è sempre più grande e perciò avremo sempre qualcosa da scoprire.

Il purgatorio è una verità di fede molto rassicurante. Se non ci sentiamo pronti a entrare nel cielo, possiamo sperare che Dio stesso ci purifichi e prepari a gustare pienamente le sue meraviglie. Non è che Dio ci possa far entrare nel cielo, ma non lo faccia, perché prima vuole vendicarsi dei nostri peccati. No! Le cosiddette pene del purgatorio ci rendono capaci di godere davvero il cielo. L’inferno invece “consiste nella separazione eterna da Dio” (CCC, 1035). Dio però fa tutto per salvare ciascun uomo. La condanna è dunque un'auto-condanna, cioè la situazione in cui l’uomo dice definitivamente “no” a Dio e rigetta la sua misericordia.

Alla fine dei tempi ci sarà il giudizio finale. Esso costituirà il compimento del trionfo di Cristo: “non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno perché le cose di prima sono passate” (Ap 21,4). Non sappiamo quando avverrà tutto questo, ma sappiamo che fra qualche decennio, forse fra qualche anno noi moriremo e ci troveremo sulla soglia dell’eternità.







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