20.mo del Catechismo: il giudizio finale sarà sull'amore
Il ritorno di Cristo, il giudizio finale, la vita eterna o la condanna. Sono i cardini
della fede che si stagliano sull'orizzonte conclusivo della vita di un cristiano.
E sono dunque gli ultimi punti attorno ai quali si sviluppa la parte finale del Catechismo
della Chiesa Cattolica. Su di essi si sofferma il gesuita, padre Dariusz Kowalczyk,
nella 41.ma puntata del suo ciclo di riflessioni dedicate al testo:
L’ultima frase
del Simbolo della fede dice: Credo la vita eterna. Per il cristiano la morte non è
la fine definitiva dell’esistenza della persona umana, ma piuttosto il passaggio alla
vita eterna. Il Catechismo ci indica le modalità di questo passaggio.
Dopo
la morte ogni uomo viene sottoposto al giudizio. “Saremo giudicati sull’amore” – dice
san Giovanni della Croce. Al giudizio l’uomo “o passerà attraverso una purificazione,
o entrerà immediatamente nella beatitudine del cielo, oppure si dannerà immediatamente
per sempre” (CCC, 1022).
Non siamo capaci di immaginarci il cielo, ma crediamo
alle parole della Scrittura: “Il regno di Dio non è questione di cibo o di bevanda,
ma è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo” (Rm 14,17). Il cielo è una realtà
dinamica, perché Dio è sempre più grande e perciò avremo sempre qualcosa da scoprire.
Il purgatorio è una verità di fede molto rassicurante. Se non ci sentiamo
pronti a entrare nel cielo, possiamo sperare che Dio stesso ci purifichi e prepari
a gustare pienamente le sue meraviglie. Non è che Dio ci possa far entrare nel cielo,
ma non lo faccia, perché prima vuole vendicarsi dei nostri peccati. No! Le cosiddette
pene del purgatorio ci rendono capaci di godere davvero il cielo. L’inferno invece
“consiste nella separazione eterna da Dio” (CCC, 1035). Dio però fa tutto per salvare
ciascun uomo. La condanna è dunque un'auto-condanna, cioè la situazione in cui l’uomo
dice definitivamente “no” a Dio e rigetta la sua misericordia.
Alla fine dei
tempi ci sarà il giudizio finale. Esso costituirà il compimento del trionfo di Cristo:
“non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno perché le cose di prima
sono passate” (Ap 21,4). Non sappiamo quando avverrà tutto questo, ma sappiamo che
fra qualche decennio, forse fra qualche anno noi moriremo e ci troveremo sulla soglia
dell’eternità.