Siria: la preghiera per la pace con il Papa della Chiesa del Nord Africa
I cattolici che vivono in Nord Africa hanno ben accolto l’invito al digiuno e alla
preghiera per la pace in Siria lanciato dall’arcivescovo di Tunisi, mons. Ilario Antoniazzi,
e dal vescovo di Costantina, Paul Desfarges, poco prima dell’indizione da parte di
Papa Francesco di una Giornata di preghiera e digiuno per il martoriato Paese mediorientale,
sabato 7 settembre. Lo afferma mons. Claude Rault, vescovo di Laghouat-Ghardaia, in
Algeria, in una lettera inviata il 30 agosto a mons. Maroun Lahham, vicario patriarcale
per la Giordania del patriarcato di Gerusalemme dei Latini, con la quale la Chiesa
cattolica in Nord Africa esprime solidarietà e vicinanza nella preghiera alla comunità
cattolica del Levante. “Di fronte al dramma che sprofonda la Siria nella violenza
e nella guerra fratricida - si legge nella missiva giunta all'agenzia Fides - e davanti
alle ripercussioni nel vostro Paese, nelle Chiese e nelle Comunità musulmane della
Regione, voglio manifestarle la nostra profonda solidarietà. Questa solidarietà si
esprime attraverso la preghiera e con i legami fraterni stabiliti tra noi”. Mons.
Rault sottolinea che “le Chiese della Giordania hanno ampiamente aperto le porte e
i cuori a migliaia di rifugiati siriani al prezzo di pesanti sacrifici, accogliendo
senza distinzione poveri cittadini di qualunque confessione religiosa. Lei ha particolarmente
contribuito a questa apertura, chiedendo alla vostra comunità di mostrarsi generosa
e accogliente”. Il vescovo di Laghouat-Ghardaia ricorda inoltre il recente incontro
tra Papa Francesco e il Re Abdallah II di Giordania, al termine del quale in un comunicato
la Santa Sede afferma che il dialogo è l’unica opzione per mettere fine al conflitto.
Una posizione condivisa da mons. Lahham, che come ricorda mons. Rault, “attraverso
la voce dei media” ha affermato che “un intervento militare esterno sarebbe una calamità
e la peggior cosa per la Siria, e rischierebbe di scatenare una guerra che potrebbe
prolungarsi ben al di là di questo Paese”. Mons. Rault conclude affermando: “Siamo
coscienti che le cause di queste violenze insostenibili vanno oltre il Paese colpito.
Anche se siamo sprovvisti di mezzi umani, vogliamo unire la nostra voce e la nostra
preghiera alla vostra e a tutti gli artefici di pace che operano in Siria e altrove
per la pacificazione e la riconciliazione”. (R.P.)