2013-09-02 18:56:43

Senza legge di rappresentanza no alla Fiat in Italia. Dura replica dei sindacati


Senza nuove regole sulla rappresentanza sindacale, la Fiat non intende più investire in Italia. E’ quanto fa sapere in una nota il Lingotto, al quale replicano Cgil Cisl e Uil: abbiamo sempre rispettato gli accordi, Marchionne faccia lo stesso. Intanto Confindustria e sindacati hanno sottoscritto un documento comune sulla crescita. Servizio di Giampiero Guadagni:RealAudioMP3

Politiche fiscali e industriali, revisione degli assetti istituzionali, efficienza della spesa pubblica: sono i capitoli del documento sottoscritto oggi a Genova dai leader di Confindustria e Cgil, Cisl e Uil. Su queste priorità - dirette a favorire occupazione e crescita - Squinzi, Camusso, Bonanni e Angeletti, intervenuti ad un dibattito alla festa del Pd, chiedono al Governo un impegno preciso fin dalla legge di Stabilità. Apprezzamento dal premier Letta, per il quale il documento dimostra che in Italia si può discutere di cose concrete e uscire dal caos permanente. Il sindacato intanto contesta l'odierna presa di posizione della Fiat, che sollecita un intervento legislativo sulla rappresentanza sindacale, definendolo ineludibile, una “condicio sine qua non per la continuità stessa dell’impegno industriale di Fiat in Italia”. Un avvertimento forte, dopo il lungo braccio di ferro con la Fiom Cgil, alla quale la Fiat ha peraltro comunicato che accetterà la nomina dei suoi rappresentanti a seguito della sentenza della Corte Costituzionale. Rientriamo in fabbrica dalla porta principale, esulta il leader Fiom Landini. Il problema esiste, ma è un errore subordinarlo agli investimenti, affermano Fim Cisl e Uilm.







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