Polonia: la Chiesa commemora le vittime della Seconda guerra mondiale
La Seconda guerra mondiale, iniziata con l’attacco contro la Polonia da parte della
Germania di Hitler il 1 settembre 1939, “testimonia la debolezza del cristianesimo
della prima metà del Novecento”: lo ha affermato domenica il vice presidente dei vescovi
polacchi e arcivescovo di Poznan, mons. Stanislaw Gadecki. Ricordando i 56 milioni
di vittime del conflitto, fra le quali 6 milioni di polacchi, il presule ha sottolineato
che “da un punto di vista morale quella guerra è nata dalla superbia dell’uomo e come
risultato dell’idolatria di ciò che non è Dio”, che anche oggi “devono far riflettere”.
Il conflitto - riferisce l'agenzia Sir - è stato ricordato in particolare a Danzica,
città attaccata per prima dalle truppe tedesche, dove l’arcivescovo Slawoj Leszek
Glodz ha osservato che le celebrazioni di vari anniversari non solo preservano la
memoria degli eventi ma contribuiscono a “trasmettere alle giovani generazioni i valori
morali che sono il seme della nuova evangelizzazione”. Parlando nella cittadina di
Wielun dove caddero le prime bombe, l’arcivescovo di Czestochowa mons. Waclaw Depo
ha ricordato che Giovanni Paolo II paragonò la tragedia della Seconda guerra mondiale
al calvario di Cristo, e ha messo in rilievo l’attualità della risposta di fede alla
domanda sul male, giacché “siamo davanti all’incognita del genocidio in Siria e di
un possibile conflitto che da atto di giustizia potrebbe trasformarsi nell’inizio
di una nuova guerra”. (R.P.)