Padre Samir : "Dal Papa per la Siria appello ragionevole". L'Unhcr e Save the Children
impegnati nell'assistenza dei profughi siriani in Sicilia
"Con il suo appello
per la pace in Siria, all'Angelus di domenica 1° settembre, Papa Francesco ha ribadito
ciò che pensa ogni persona ragionevole: la guerra porta guerra e la violenza porta
violenza. Così il conflitto non finirà mai. Meglio il dialogo anche se è faticoso,
anche se ognuna delle due fazioni in lotta è obbligata a fare un passo verso l'altra,
a rinunciare a una parte di ciò che ritiene essere giusto. Meglio questo che una guerra".
Così, l'islamologo p. Samir Khalil Samir SJ, commenta da Beirut il perentorio
appello di Papa Francesco ad evitare una nuova guerra e a risolvere con il dialogo
la crisi siriana. "Già ci sono più di centomila morti in Siria, vittime innocenti
della crudeltà dell'uomo", spiega p. Samir. "Non si può pianificare ancora la guerra
nella speranza che porti pace. In un momento come quello attuale, in cui le due
parti in lotta sono giunte a un tale livello di odio reciproco, non c'è altra soluzione
che la preghiera e il digiuno, da un lato, e il dialogo con delle concessioni mutue
e la comunità internazionale a fare da arbitro, dall'altro". "Il negoziato - conclude
Samir - è l'unica via, l'alternativa sarebbe sterminare tutti gli oppositori, ma ogni
fazione considera l'altra come nemica e dunque la violenza non porterebbe ad alcuna
soluzione". Durante il suo appello per la pace in Siria Papa Francesco ha anche
chiesto che agli operatori umanitari impegnati in tutto il mondo ad accogliere i profughi
siriani - circa due milioni secondo le stime Onu - sia assicurata la possibilità
di prestare il necessario aiuto. L'importanza di queste parole del Pontefice viene
sottolineata anche dagli operatori dell'Alto Commissariato dell'Onu per i rifugiati
- Unhcr e di Save the Children Italia Onlus, impegnati sulle coste siciliane nel monitoraggio,
l'assistenza e l'accoglienza dei migranti in fuga dal conflitto siriano. "Nell'ultimo
mese si è registrato l'arrivo di circa tremila siriani sulle coste del siracusano
e del catanese", spiega la dott.ssa Rocio Munis, rappresentante dell'Unhcr in
Sicilia. "Chiedono soprattutto di potersi ricongiungere con i loro familiari
in altri paesi europei. In parte arrivano direttamente dalla Siria, alcuni hanno fatto
invece dei passaggi intermedi in altri paesi. I numeri sono molto aumentati di recente
e c'è una difficoltà delle autorità locali a gestire i flussi e l'accoglienza. A Siracusa,
ad esempio, manca di un centro di primissima accoglienza come quello di Lampedusa".
(A cura di Fabio Colagrande)