Crisi economica e questione siriana al centro del G20 in Russia
La questione siriana sarà sul tavolo del G20 che si aprirà giovedì prossimo in Russia.
Si tratta dell’ottavo incontro, a questo livello, e dovrebbe trattare in particolare
degli sviluppi della crisi economica mondiale. Delle attese sulla Siria e degli altri
temi in discussione Fausta Speranza ha parlato con Germano Dottori,
docente di Studi Strategici all’Università Luiss:
R. - Quello
che non sappiamo è se Obama abbia chiesto la consultazione del Congresso per avere
pieni poteri e quindi, eventualmente, allargare il respiro dell’operazione inizialmente
prospettata o se invece questo meccanismo viene utilizzato dalla Casa Bianca per “comprare
tempo” e attendere gli incontri che avverranno al G20 tra il 5 e il 6 settembre e,
magari, anche qualche possibile indiscrezione sulle risultanze delle attività degli
ispettori Onu in Siria.
D. - Ma quale braccio di ferro è possibile in seno
al G20 sulla Siria?
R. - È auspicabile che non abbia luogo tanto un braccio
di ferro, ma un confronto, il più possibile a porte chiuse, su quello che è veramente
accaduto e cosa convenga fare in relazione alla Siria, perché, almeno per quello che
percepisco, gli Stati Uniti non hanno alcun interesse in questo momento ad una vittoria
dell’insurrezione che porrebbe la Siria in mani ancora meno sicure di quelle in cui
si trova attualmente il Paese. C’è un incubo sullo sfondo: è vero che Assad possiede
un arsenale chimico che desta preoccupazione, ma immaginiamo cosa può accadere se
per caso questo deterrente chimico finisse nelle mani di elementi legati alla galassia
del jihadismo internazionale; penso, in particolare, al gruppo di Al Nusra che in
realtà è la componente militarmente più forte dell’insurrezione che combatte contro
il regime di Damasco.
D. - Si parlerà sicuramente di Siria al G20 ma ci sono
altri temi scottanti sul tavolo. Che cosa ipotizzare?
R. - In realtà, almeno
per quello che si sa leggendo l’Agenda ufficiale del G20, sul tavolo ci sono temi
collegati alla gestione della crisi economica internazionale e al modo di superarla
generando occupazione; quindi temi che hanno verosimilmente interessato tutta l’attività
della presidenza di turno russa del G20. Sarebbe molto interessante se venisse affrontato,
in occasione del G20, anche il tema legato alle possibili conseguenze di una stretta
monetaria negli Stati Uniti, che conseguirebbe al cosiddetto Tapering, cioè
la cessazione del programma con il quale la Federal Reserve, negli ultimi mesi, ha
comprato titoli di Stato americani per 85 miliardi di dollari al mese, sostenendo,
in questo modo, la ripresa non solo locale statunitense, ma in qualche maniera anche
dell’intera economia globale. Tutto questo potrebbe venir meno. Ci sono già incontri
a livello di governatori delle banche centrali per gestire la situazione. Penso che
se ne parlerà anche al G20.
D. - Questo è il G20 ospitato dalla Russia. Quale
sarà il ruolo di Putin?
R. - Sicuramente nulla avviene in Russia senza che
il presidente della Federazione se ne occupi, specialmente ad un livello così elevato,
con un’agenda così impegnativa e in un momento tanto critico. Quello che è veramente
auspicabile è che a dispetto degli screzi e delle tensioni recenti, Putin e Obama
trovino il modo di incontrarsi.