Francesco all’Angelus: mai più la guerra! Giornata di preghiera e digiuno per la pace
in Siria e nel mondo il 7 settembre in Piazza San Pietro
Accorato appello del Papa all’Angelus di domenica per la pace in Siria, in tutto il
Medio oriente e nel mondo intero. Francesco si è detto “profondamente ferito” per
quanto sta accadendo in quel "martoriato Paese" e in altri luoghi di conflitto. Per
questo ha indetto una Giornata di preghiera e digiuno il 7 settembre e dato appuntamento
in piazza San Pietro dalle 19 alle 24, estendendo l’invito a tutti i cristiani, ai
fedeli di altre religioni e ai non credenti. Il servizio di Roberta Gisotti:
“Mai più
la guerra! Mai più la guerra! La pace è un dono troppo prezioso, che deve essere promosso
e tutelato”.
“Con angoscia crescente” - ha detto il Papa – “il grido della
pace” “sale da ogni parte della Terra, da ogni popolo, dal cuore di ognuno, dall’unica
grande famiglia che è l’umanità”.
“Vivo con particolare sofferenza
e preoccupazione le tante situazioni di conflitti che ci sono in questa nostra Terra,
ma in questi giorni il mio cuore è profondamente ferito da quello che sta accadendo
in Siria, e angosciato per i drammatici sviluppi che si prospettano”.
“Quanta
devastazione, quanto dolore - ha sottolineato - ha portato e porta l’uso delle armi
in quel martoriato Paese”.
“Con particolare fermezza condanno l’uso delle
armi chimiche”.
“Pensiamo quanti bambini – ha esclamato - non potranno
vedere la luce”.
“C’è un giudizio di Dio e anche un giudizio della Storia
sulle nostre azioni a cui non si può sfuggire!”.
“Non è mai l’uso della
violenza che porta alla pace”, ha ammonito:
“Guerra chiama guerra, violenza
chiama violenza! Con tutta la mia forza chiedo alle parti in conflitto di ascoltare
la voce della propria coscienza, di non chiudersi nei propri interessi ma di guardare
all’altro come ad un fratello e di intraprendere con coraggio e decisione la via dell’incontro
e del negoziato, superando la cieca contrapposizione”.
Quindi il richiamo
alla comunità internazionale perché compia ogni sforzo, promuova senza indugio iniziative
chiare per la pace, basate sul dialogo e sul negoziato per il bene dell’intera popolazione
siriana:
“Non sia risparmiato alcuno sforzo per garantire assistenza umanitaria
a chi è colpito da questo terribile conflitto, in particolare agli sfollati nel Paese
e ai numerosi profughi nei Paesi vicini”.
Si è chiesto quindi Francesco:
che cosa possiamo fare noi per la pace nel mondo? La pace è un bene – ha ricordato
- che supera ogni barriera perché è un bene di tutta l’umanità:
“Ripeto
a voce alta: Non è la cultura dello scontro, la cultura del conflitto quella che costruisce
la convivenza nei popoli e tra i popoli, ma quella – la cultura dell’incontro, la
cultura del dialogo, questa è l’unica strada per la pace. Il grido della pace si levi
alto, perché giunga al cuore di tutti e tutti depongano le armi e si lascino guidare
da un anelito di pace”.
Da qui l’invito esteso a tutti i cattolici, ai
fedeli di altre religioni e ai non credenti a partecipare ad una Giornata di preghiera
e digiuno per la pace in Siria, in Medio Oriente e nel mondo intero:
“Il
7 settembre, in piazza San Pietro, qui, dalle ore 19 alle ore 24, ci riuniremo in
preghiera e in spirito di penitenza per invocare da Dio questo grande dono per l’amata
Nazione siriana e per tutte le situazioni di conflitto e di violenza nel mondo. L’umanità
ha bisogno di vedere gesti di pace e di sentire parole di speranza e di pace”. Nel
dopo Angelus, il Papa ha reso omaggio a due “esemplari testimoni del Vangelo”: il
sacerdote martire Vladimir Ghika, beatificato ieri a Bucarest e il prelato ordinario
Antonio Franco, vissuto tra ‘500 e ‘600, che sarà beatificato domani a Messina, dove
oggi ricorre il 60mo anniversario delle lacrime della Madonna. Si è poi soffermato
sull’odierna Giornata per la custodia del creato.