2013-08-31 16:15:11

Settimana teologica degli intellettuali cattolici del Meic a Camaldoli


Ambiente, educazione, ricerca scientifica, ruolo dei laici e delle donne nella Chiesa dopo l'elezione di Papa Francesco: sono stati questi i temi intorno ai quali si sono confrontati gli intellettuali cattolici al Monastero di Camaldoli nella tradizionale Settimana teologica del Meic, il Movimento ecclesiale di impegno culturale. Ce ne parla Davide Dionisi:RealAudioMP3

La perenne vitalità della speranza cristiana. E’ stato questo il tema della Settimana teologica di Camaldoli, tradizionale appuntamento estivo degli intellettuali cattolici, conclusosi giovedì scorso e promosso dal Movimento ecclesiale di impegno culturale (Meic). Oltre cento i partecipanti provenienti da tutta Italia per confrontarsi su “ambiente, educazione, ricerca scientifica, ruolo dei laici e delle donne nella Chiesa dopo l'elezione di Papa Francesco”. Al presidente del Meic, Carlo Cirotto, abbiamo chiesto il motivo della scelta della speranza come tema della Settimana:

R. - Perché la speranza cristiana? Perché c’è tanto bisogno di speranza! Siamo in un momento particolarmente critico di quella che è stata definita la “società liquida”. C’è bisogno di una luce di speranza che ci porti soprattutto verso un futuro costruttivo.

D. - Tracciamo un bilancio di queste giornate di studio. Che cosa si sono detti gli intellettuali cattolici a Camaldoli?

R. - È una settimana teologica, quindi gli intellettuali sono partiti da una considerazione assolutamente teologica per passare poi all’applicazione di questi principi - idee e progetti teologici - a casi particolarmente urgenti nella Chiesa e nella società. Prima di tutto, non c’è speranza per un futuro migliore, se non viene adeguatamente salvaguardato l’ambiente. Il problema del rispetto dell’ambiente e la salvaguardia dei territori rientrano in ciò che viene definito “La Custodia del Creato”.

D. - Lei ha detto che l'annuncio del Vangelo deve passare sempre di più anche dalla concretizzazione nella vita di tutti. In che modo l’intellettuale può portare avanti questa missione?

R. - In tanti modi. Ma il modo fondamentale, la carità fondamentale che gli è richiesta, è inventare un futuro che sia migliore della situazione attuale. Questo non è facile perché ci vuole una conoscenza approfondita della situazione attuale, una conoscenza della storia e anche una grande capacità creativa e di immaginazione, altrimenti non riusciamo ad affrontare il futuro.

D. - Attese e speranze di un futuro migliore perché, secondo lei, il tempo anche grazie all’impegno pastorale del Papa è davvero propizio per un vigore rinnovato nel nostro rendere testimonianza con i fatti…

R. - Sì. Potrà sembrare strano ma, per dirla come Bauman, quando la società si fa liquida, allora vuol dire che il cambiamento sta arrivando, sta arrivando una nuova struttura. Bisogna semplicemente lavorare perché questa nuova struttura che sta per venire, non sia peggiore di quella precedente, ma sia migliore.







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