2013-08-31 11:44:51

Il Patriarca ortodosso Bartolomeo I: nella Giornata del creato "no all'arroganza della ricerca"


No alla “arroganza da parte di alcuni che sembrano opporsi Sapienza di Dio e si considerano in grado di migliorare il suo lavoro”. È il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I a ribadirlo quest’anno nella sua lettera patriarcale tradizionalmente diffusa in occasione dell’inizio dell’anno liturgico ortodosso che cade il 1° settembre, e che l’intera Chiesa ortodossa coincide con la Giornata di preghiera per il Creato. “Siamo oggi costretti a concentrare la nostra attenzione sugli interventi umani invisibili che incidono sull‘equilibrio ecologico, che viene disturbato non solo da azioni visibili distruttive, come la deforestazione, l‘esaurimento delle risorse idriche, lo sfruttamento complessivo delle risorse naturali e di energia, nonché l‘inquinamento di vaste aree continentali o acque oceaniche mediante il rilascio di materiali chimici tossici - ma anche da attività che non sono visibili ai nostri occhi”. Nel messaggio il patriarca fa riferimento “agli interventi di ingegneria genetica con la creazione di organismi mutati dagli esiti imprevedibili a livello ecologico o la scoperta di nuove modalità per liberare il grande potere racchiuso a livello del nucleo atomico il cui uso può condurre alla cancellazione di ogni traccia di vita e di civiltà sul nostro pianeta”. È a questo punto che Bartolomeo condanna l’arroganza dell’uomo e in particolare contro “l‘avidità e l‘amore del potere”. Ed aggiunge: “Naturalmente, non siamo contrari alla ricerca scientifica, a patto che fornisca servizi a beneficio per l‘umanità”. In questo senso il patriarca mette in guardia dallo “ sfruttamento commerciale e forzato delle risorse derivanti dalla chimica contemporanea e dalla tecnologia biologica” e incoraggia piuttosto la ricerca nel rispetto delle “leggi e l‘ordine naturale”. “L‘unica condizione - spiega - è che la ricerca e l‘utilizzo di conoscenze acquisite non dovrebbero mirare unicamente al profitto o costituire un tentativo arrogante verso la costruzione di una nuova torre di Babele, in base al quale le creature di Dio cercano di raggiungere e, forse, con la presunzione di alcune persone, anche superare il Creatore Se stesso”. (R.P.)







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