Si è spento il card. zambiano Mazombwe: evangelizzazione e lotta alla povertà al centro
della sua opera
Si è spento ieri pomeriggio a Lusaka il cardinale zambiano Medardo Joseph Mazombwe:
aveva 81 anni. Arcivescovo emerito di Lusaka, capitale dello Zambia, era l’unico porporato
di questo Paese nel Collegio cardinalizio. Con la sua morte il Collegio cardinalizio
conta attualmente un totale di 201 cardinali, di cui 112 elettori e 89 non elettori.
Il cardinale Mazombwe era nato il 24 settembre 1931, a Chundamira, nella regione
di Chief M'bang'ombe, nella diocesi di Chipata. Fin da ragazzo ha respirato lo spirito
missionario in famiglia. Suo padre, Adrian Joseph, è stato uno dei primi catechisti
della diocesi di Chipata. Sua madre, Eugenia Phiri, era molto conosciuta per la sua
religiosità.
Tutta la missione del cardinale Mazombwe è legata alla crescita
e al radicamento della Chiesa nella sua terra di origine e alla battaglia per la cancellazione
del debito internazionale dei Paesi poveri. Da vero e proprio pioniere, nella regione
orientale del suo Paese ha svolto un importante ruolo di evangelizzazione, con un
forte accento sulla catechesi. In Zambia, infatti, la gerarchia cattolica è stata
istituita solo da Pio XII nel 1959, poco prima dell'indipendenza del Paese avvenuta
il 24 ottobre 1964 (prima si chiamava Rodhesia del Nord).
Ordinato sacerdote
il 4 settembre 1960, appena trentanovenne viene nominato terzo vescovo di Chipata,
nella cui diocesi rimane per ventisei anni. È eletto per tre mandati non consecutivi
presidente della Conferenza episcopale. Dal 1979 al 1986 è stato presidente dell'Association
of member episcopal Conferences in Eastern Africa (Amecea), fondata nel 1961. L'opera
più significativa del suo servizio nell'ambito dell'Amecea è stata l'apertura della
Catholic university of Eastern Africa a Nairobi, in Kenya. Il 18 agosto 1985 ha accompagnato
Giovanni Paolo II in visita al campus per l'inaugurazione ufficiale. Nel 2009, in
occasione del giubileo d'argento dell'università, gli viene conferita la laurea honoris
causa in teologia. Dal 2 al 4 maggio 1989, come presidente della Conferenza episcopale,
accoglie nuovamente Papa Wojtyła nel suo viaggio di due giorni in Zambia, segnato
da un forte appello alla solidarietà internazionale e puntato sui temi del razzismo,
del debito internazionale, dei rifugiati, della povertà e della pace. Il 30 novembre
1996 viene nominato arcivescovo di Lusaka. Dieci anni dopo, il 28 ottobre 2006, rinuncia
al governo pastorale dell'arcidiocesi.
Interminabile l'elenco delle sue iniziative.
Si va dall'autofinanziamento delle diocesi alla fondazione di parrocchie, di una congregazione
religiosa femminile, di radio, di centri per l'animazione pastorale e spirituale,
fino alla riapertura del seminario minore a Msupadzi e alla costruzione della nuova
cattedrale di Lusaka. Per promuovere il ruolo della donna ha dato vita al Council
of catholic women associations and movements. Nella Curia Romana, è stato membro della
Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli e del Pontificio Consiglio Cor Unum.
Ha
partecipato a cinque Sinodi dei vescovi tra il 1974 e il 2001. Considerato uno dei
massimi conoscitori delle problematiche legate alla cancellazione del debito internazionale,
è intervenuto a diverse conferenze internazionali a Vienna, negli Stati Uniti, in
Italia e in Gran Bretagna. Si è impegnato in prima persona per il raggiungimento degli
Obiettivi del Millennio. Ha portato avanti il progetto Time for action now, rivolgendosi
direttamente ai governi del G8 e a parlamentari di diversi Paesi. Benedetto XVI lo
aveva creato cardinale il 20 novembre 2010, del Titolo di Santa Emerenziana a Tor
Fiorenza.