Presentata al Papa la "Fondazione Carlo Maria Martini", memoria viva per tutta la
Chiesa
“La figura del
card. Martini è stata un dono per tutta la Chiesa ed è importante che questo dono
continui a fruttare”.Così p. Giacomo Costa SJ, direttore della rivista
‘Aggiornamenti Sociali’, spiega i motivi per cui è nata la “Fondazione Carlo Maria
Martini” di cui è vicepresidente. Alla vigilia del primo anniversario della scomparsa
del porporato un gruppo di confratelli della Compagnia di Gesù, guidato dal provinciale
d’Italia, p. Carlo Casalone SJ, è stato ricevuto stamani da Papa Francesco in Vaticano.
Lo scopo era proprio presentare al Pontefice la nuova Fondazione.
“Non
è solo un’iniziativa dei gesuiti italiani ma vuole essere al servizio di tutta la
Chiesa locale, nazionale ed universale, così come il card. Martuni intendeva la sua
azione pastorale”, spiega padre Costa. “Perciò siamo andati a presentarla a Papa Francesco:
proprio per sottolineare questa dimesione di servizio, di disponibilità, di una Fondazione
che non vuole essere autoreferenziale, ma portare un messaggio al servizio di tutta
la Chiesa, per il servizio di tutte le persone. Quindi è veramente molto bello
che il Papa abbia incoraggiato questa nostra visita e penso proprio che l’eredità
di Martini possa ancora essere molto viva, particolarmente nella Chiesa di Papa Francesco.
Una Chiesa che non si chiude su se stessa, ma che può trovare in questa eredità degli
strumenti concreti, preziosissimi per portare avanti il suo progetto, a partire dalla
lettura della Sacra Scrittura, all’attenzione per la coscienza di ogni persona, al
rispetto profondo per gli altri. Questa tensione a trovare Dio in tutti gli aspetti
della nostra vita e del nostro mondo è sicuramente un dato che accomuna Papa Francesco
e il card. Martini e che fa parte dello stile della Compagnia di Gesù”.
“Il
card. Martini aveva nominato la Provincia dei gesuiti italiani erede di tutti i suoi
scritti e diritti d’autore”, spiega ancora padre Costa illustrando la genesi e gli
scopi della Fondazione Martini. “Questo ci ha spinto a decidere di assumere questo
impegno con l’idea di raccogliere i suoi scritti e costituire un archivio di questo
importantissimo patrimonio intellettuale e spirituale per metterlo a disposizione
di tutti affinché sia letto, studiato e possa dare nuovi frutti”. “Ma l’obiettivo
– aggiunge il vicepresidente della Fondazione – non è non solo perpetrare la memoria
della figura di Martini, ma far vivere lo spirito che ha animato la sua azione pastorale,
il suo essere nella Chiesa, la sua tensione verso la Sacra Scrittura, la cura del
dialogo con gli altri credenti e i non credenti”. “Perciò la Fondazione vuole
essere qualcosa di vivente che non si chiude nel passato, ma porta avanti lo stile
di comunicazione e di dialogo di Martini, la sua attenzione alla formazione dei giovani,
la sua capacità di dare loro fiducia”. “In questa prospettiva – prosegue Giacomo Costa
- pensiamo ad alcuni progetti concreti: da una parte l’archivio, ma anche borse di
studio destinate a giovani interessati alla sua figura; iniziative di dialogo con
il mondo ebriaco, ma non solo; inziative per promuovere la pedagogia ignaziana e gli
‘Esercizi spirituali’ in particolare”.
La sede della Fondazione sarà a
San Fedele a Milano, a pochi passi dal Duomo dov’è sepolto il cardinale. “Questa vicinanza
– spiega padre Costa - vuole esprimere quella che è una vicinanza di vita. San
Fedele è infatti la sede delle redazioni delle riviste ‘Aggiornamenti sociali’ e ‘Popoli’,
delle attività del Centro culturale dei gesuiti, ed è un luogo dove vengono tante
persone in situazioni di disagio a chiedere aiuto. Abbiamo pensato perciò che un centro
vivo dove si riflette e si vive la Chiesa e si aiutano i poveri, sia la sede ideale
per questa Fondazione che deve far vivere il ricordo del card. Martini”.
“Sarà
importante – conclude p. Giacomo Costa SJ – la partecipazione di tutti al lavoro della
Fondazione Martini. Raccoglieremo, infatti, attraverso il nostro sito, le testimonianze
di persone che hanno conosciuto il card. Martini, proprio perché sia un luogo di memoria
vivo, e chiediamo di segnalarci attività ed eventi che lo riguardano, per poterle
diffondere. E’ importantissimo che sia una fondazione ‘partecipata’ ”. (Intervista
a cura di Fabio Colagrande)