2013-08-30 15:22:24

Egitto: Fratelli musulmani in piazza dopo gli arresti di ieri. L’esercito blinda Il Cairo


In Egitto, resta alta la tensione all’indomani della nuova ondata di arresti fra i vertici dei Fratelli musulmani. Al termine delle preghiere del venerdì, la polizia ha disperso alcune manifestazioni alla periferia del Cairo e ad Alessandria, mentre stamane un poliziotto è morto in un attacco armato contro un checkpoint a Heliopolis. Il servizio di Marco Guerra:RealAudioMP3

Dopo la consueta preghiera del venerdì, sono iniziate le manifestazioni indette dai sostenitori del deposto presidente Mohamed Morsi. In migliaia hanno marciato in vari quartieri del Cairo. Secondo fonti locali, però, sono previsti solo numerosi assembramenti ma non le folle delle scorse settimane. Le forze corazzate bloccano infatti le arterie principali della città e sono chiuse al traffico le piazze Tahrir e Rabaa, simbolo delle rivolte di questi tre anni. Ieri, fra l’altro, i Fratelli mussulmani hanno subito l’arresto degli ultimi esponenti di spicco ancora in libertà, per incitamento alla violenza. Dai semplici attivisti ai quadri più alti, si calcola che circa duemila esponenti dei Fratelli musulani siano finiti in carcere in queste ultime due settimane. Intanto, resta ancora alto il timore di nuovi attacchi alla comunità cristiana. Per saperne di più abbiamo raggiunto telefonicamente al Cairo Cristiano Tinazzi, che ne ha parlato con il vescovo copto ortodosso di Minya, Anba Makarios:

R. – Il vescovo ha espresso preoccupazione per la comunità cristiana ricordando che comunque questa situazione perdura. Le continue intimidazioni e attacchi ai cristiani nelle ultime settimane si sono concretizzate in una vera e propria caccia al cristiano soprattutto nella zona di Minya, dove sono decine le chiese e gli edifici religiosi che sono stati attaccati. E il vescovo ha anche lanciato un monito, ricordando che i copti sono comunque scesi in piazza contro il governo Morsi non perché fosse il governo dei Fratelli Musulmani, ma per questioni di diritti di libertà che riguardavano tutti gli egiziani. Quindi, si sono presentati come cittadini. Ma, se questa sorta di transizione guidata dai militari non riesce a garantire la protezione per i cristiani, questi poi alla fine potrebbero non supportare i militari.

D. - Il popolo che cosa si aspetta adesso dai vertici militari?

R. - Non hanno ben chiaro che cosa potrebbe succedere. La cosa che tutti si aspettano è una sicurezza maggiore nel Paese e la ripresa dell’economia. Però, in questa situazione difficile i militari forse non hanno mai smesso di detenere il potere. La transizione non è quasi mai avvenuta. In un Paese dove il 40% dell’economia è detenuto dall’esercito, è difficile che qualcosa possa cambiare e comunque adesso i militari hanno un forte sostegno da parte della popolazione.







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