2013-08-29 16:42:17

Siria, (Pax Christi): "Più visibilità alla società civile"


RealAudioMP3 "Non è mai troppo tardi per tentare una soluzione politica". Sergio Paronetto, vice presidente nazionale di Pax Christi Italia, interviene sulla crisi in Siria riprendendo ai nostri microfoni le parole che già dieci anni fa Giovanni Paolo II pronunciava a proposito della polveriera irachena. "In questo clima pre bellico - sottolinea - sembra che il gioco sia solo tra le grandi potenze, una partita che esclude i siriani, in balìa di forze esterne che li usano. Noi dovremmo avere la capacità di rendere visibili i protagonisti, i siriani, soprattutto coloro che non usano la violenza. Essi sono contrari sia al governo sia alla ribellione armata, confusa e frantumata, prigioniera a sua volta di forze integraliste e di movimenti di infiltrati". Paronetto ipotizza che ci sia ancora spazio per accordi parziali, in particolare fra Usa e Russia, in modo che questa possa intervenire sul regime di Damasco per indurre Asad ad aprire una transizione politica verso le elezioni e la strada alla Conferenza internazionale di Pace, programmata mesi fa ma che ancora non sta partendo". In caso di attacco armato americano nel paese mediorientale, "si potrebbe arrivare a riprodurre un nuovo Iraq", aggiunge il portavoce di Pax Christi. Sulle strategie diplomatiche avanza che "si potrebbe anche affidare a realtà civili indipendenti, ad associazioni umanitarie, ad alcuni premi Nobel, un tentativo di compromesso. Non ci si può arrendere - a cinquant'anni dall'Enciclica Pacem in terris - all'idea che un conflitto si possa risolvere con un altro conflitto. Oggi si dice che è ineluttabile intervenire. Ma ci si chiede: cosa si è fatto prima? In Siria abbiamo registrato l'assenza della comunità internazionale. Un intervento armato dopo l'accertamento dell'uso di armi chimiche deve considerare che un simile ricorso c'è già stato in passato e che usare altro tipo di armi per stragi di civili non è meno grave". Un appello all'Italia: "Non basta dire no all'intervento perché la pace è una iniziativa permanente. Il governo dovrebbe favorire forze di interposizione e adoperarsi per incoraggiare e far emergere la società civile siriana che crede nella riconciliazione e nella giustizia". Ricordando le parole di Papa Bergoglio all'ultimo Angelus: 'taccia il rumore delle armi', Paronetto evidenzia come ci sia "molta più politica nelle parole di Francesco che in tanti uomini di governo". Alla tragica situazione in cui versa la Siria è stata peraltro dedicata speciale attenzione nel corso dell'udienza odierna in Vaticano con il Re di Giordania Abdullah II. E' stato riaffermato che la via del dialogo e della negoziazione fra tutti i componenti della società siriana, con il sostegno della comunità internazionale, è l'unica opzione per porre fine al conflitto e alle violenze che ogni giorno causano le perdite di tante vite umane, soprattutto fra la popolazione inerme. Proprio dalla Giordania, Maroun Lahham, vicario patriarcale del Patriarcato latino di Gerusalemme, ammonisce: "All'interesse da parte degli Stati Uniti o dell'Europa per i diritti dell'uomo o per la difesa dei più deboli nessuno crede". Su una linea analoga è il direttore della rivista di geopolitica Limes, Lucio Caracciolo, che a proposito dell'invocazione del diritto internazionale per avere via libera ad un intervento militare, ne svela il carattere pretestuoso: "Come è noto il diritto internazionale non esiste, è una finzione adattata a seconda delle necessità. Nessun politico ha mai deciso di fare o non fare una guerra in base al diritto internazionale. Obama non può non intervenire senza rischiare di perdere la faccia, e d'altra parte, credo che sia molto consapevole che questa azione non sarà per nulla risolutiva, anzi forse finirà con il rafforzare il regime". (a cura di Antonella Palermo)







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