2013-08-29 13:50:21

L’intera comunità cristiana disapprova l’attacco alla Siria


Nuove voci si sono alzate nell'intero panorama cristiano contro l’eventualità di un intervento militare in Siria. Dopo le aspre critiche dei giorni scorsi da parte del patriarca di Mosca, si sono pronunciati oggi l’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, massima autorità della Chiesa anglicana, dopo la regina, che ha mostrato apprensione per le dichiarazioni del governo inglese a favore di un intervento armato, chiedendosi innanzitutto “siamo sicuri dei fatti sul terreno?” e quali saranno le “ramificazioni imprevedibili in tutto l’intero mondo arabo e musulmano? L’arcivescovo, grande conoscitore della realtà mediorientale, è reduce da un recente viaggio in Siria dove ha palpato la tensione della popolazione, terrorizzata da ulteriori escalation militari. La voce dell’arcivescovo si accompagna a quella di Guy Liagre, segretario generale della Conferenza delle Chiese d’Europa, la Kek, della quale fanno parte 115 tra chiese ortodosse, protestanti, anglicane e vetero-cattoliche. Il segretario della Kek ha augurato che l’Onu “consideri principalmente il bene del popolo siriano e non le esigenze della politica” e, pur condannando l’uso di armi chimiche, al culmine di una violenza che dura ormai da due anni e mezzo, indica che “Ogni sforzo messo in atto dai leader mondiali deve essere compiuto con la finalità di raggiungere un consenso illuminato su come affrontare gli attacchi chimici ricorrendo al diritto internazionale e alle istituzioni preposte”, invitando quindi i fedeli a “pregare per la fine del conflitto in Siria e la tutela dei diritti dei più deboli”. Voci di rilievo anche dal mondo cattolico con il card. Bagnasco che invita alla prudenza osservando: “la prima cosa come sempre, e la storia recente ce lo insegna, è che bisogna essere molto sicuri, assolutamente certi di queste cose per non aggiungere errori su errori”. Nel frattempo la chiesa siriana schiera la potente arma della preghiera: nel monastero di San Giacomo, nella città di Qarah, suore e monaci, provenienti da ogni parte del mondo, insieme con la comunità locale, hanno aperto un periodo di adorazione notturna al Santissimo Sacramento "coscienti della forza della preghiera e con fede nella provvidenza di Dio". (D.P.)







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