Il card. Calcagno a Collemaggio: "Non si può invocare la misericordia di Dio e vivere
come se Lui non ci fosse"
“Non si può invocare la misericordia e la giustizia di Dio e vivere come se Lui non
ci fosse”. È il monito lanciato dal card. Domenico Calcagno, presidente dell'Amministrazione
del patrimonio della Sede apostolica, nell’omelia pronunciata in occasione della Messa
di apertura della porta santa di Collemaggio, a L’Aquila. Richiamando il significato
della Perdonanza celestiniana, istituita da Celestino V il 29 agosto 1294, “tempi
difficili per le tensioni in ambito civile e anche all’interno della Chiesa, non diversamente
da quanto accade oggi” - riferisce l'agenzia Sir - il delegato pontificio ha spiegato:
“L’evento giubilare è un atto religioso della Chiesa che si rivolge a Dio, affinché
per la sua misericordia” voglia “concordare i doni spirituali che gioveranno alla
vita futura. È il dono dell’indulgenza chiesta alla misericordia di Dio per la purificazione
delle pene meritate con il peccato”. Naturalmente, ha precisato Calcagno, “perché
la misericordia di Dio possa purificare il cuore nostro e colmarlo di grazia, occorre
che noi ascoltiamo la voce del Signore e lo seguiamo”. Di qui l’avvertimento del cardinale:
“Ascoltare la parola di Dio e seguire Gesù comporta innanzitutto la conversione del
cuore. Non si può invocare la misericordia e la giustizia di Dio e vivere come se
Lui non ci fosse, facendo il male e provocando sofferenze”. (R.P.)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LVII no. 241