Giornata contro i test nucleari. Ban Ki-moon: restano una minaccia all’umanità
I test nucleari restano una minaccia contro l’umanità e la stabilità globale: questo
il monito del segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, nella Giornata contro i test
nucleari voluta dall’Onu dal 2010. La Giornata cade il 29 agosto perché in questo
giorno del 1989 il Kazakhstan decideva di bloccare tutto il suo arsenale nucleare
con un gesto che metteva fine a 40 anni di sperimentazioni sovietiche sul suo territorio.
E il giorno non era scelto a caso: proprio il 29 agosto del 1949 scoppiava la prima
bomba nucleare dell’Urss, che rincorreva l’arsenale Usa. Dopo tanti anni dalla cosiddetta
"Guerra Fredda" esistono trattati per la messa al bando dei test nucleari ma non vengono
rispettati, come spiega nell’intervista di Fausta Speranza, Maurizio Simoncelli
dell’Archivio Disarmo:
R. – Sulla carta
noi, a livello internazionale, abbiamo due ottimi trattati. Da un lato, il Trattato
di non proliferazione nucleare che dovrebbe spingere i Paesi che hanno le armi nucleari
a distruggerle, a ridurle. Un altro Trattato – il Ctbt, il Trattato sul bando totale
degli esperimenti nucleari – che dovrebbe puntare a eliminare ogni tipo di iniziativa,
anche scientifica, per realizzare nuove armi nucleari. Tra l’altro, ad oggi, abbiamo
ben 180 adesioni e il Trattato è del 1996. Ma il problema di questo Trattato è che
oltre ad essere firmato, dev’essere anche ratificato; in particolare, dev’essere ratificato
da quei 44 Paesi che hanno delle capacità nucleari. In poche parole, non solo quelli
che hanno le armi nucleari, ma anche quelli che hanno le tecnologie nucleari utili
e potrebbero quindi fare questi esperimenti nucleari.
D. – Facciamo qualche
nome?
R. – Stati Uniti, Pakistan, Israele, l’Iran, l’India, l’Egitto, la Corea
del Nord e la Cina. Alcuni di questi Paesi hanno le armi nucleari, altri non le hanno
ma hanno la tecnologia nucleare; altri stanno ipotizzando di poter avere queste tecnologie
nucleari o armi nucleari in relazione magari a situazioni di tensioni regionali. Pensiamo
per esempio alla posizione dell’Egitto nei confronti di un vicino non alleato come
è Israele, per cui c’è una tensione, purtroppo, altalenante nel corso dei decenni
e quindi, di fronte al fatto che Israele ha le armi nucleari, non ha firmato il Trattato
di non proliferazione nucleare e tanto meno il Ctbt, allora anche l’Egitto – anche
se poi, di fatto, non ha tecnologie nucleari e tantomeno armi nucleari – comunque
si è voluto tenere le mani libere. Questo ha comportato purtroppo che questo Trattato,
che sulla carta è un’ottima cosa, nei fatti non sia mai entrato in vigore. Pertanto,
ci troviamo con una normativa che è in attesa che qualcuno si decida finalmente a
ratificarla e a passare dalle parole ai fatti.
D. – Sappiamo che c’è una rete
internazionale di parlamentari di tutto il mondo che ogni anno celebra questa
giornata cercando di alzare la voce rispetto ai governi. Ma perché questa voce non
arriva?
R. – Esistono addirittura intere zone del nostro pianeta completamente
denuclearizzate, i cui governi hanno deciso di non avere sul proprio territorio armi
nucleari. Pensiamo all’intera America Latina, dal Messico in giù, all’Africa, all’Asia
centrale, a zone del Sudest asiatico. Quindi, passi significativi da questo punto
di vista ci sono, sia dal punto di vista dei parlamentari sia dal punto di vista di
molti governi nel mondo. Il problema è che anche il Trattato, purtroppo, è oggetto
di discussione da parte di quei Paesi che non hanno aderito proprio perché – per esempio
– alcuni vogliono tenersi le mani libere per poter fare esperimenti di tipo informatico,
avendo delle tecnologie per il cui esperimento non serve più quella che noi conosciamo
come esplosione in superficie o sotterranea o così via, ma possono limitarsi a fare
esperimenti a livello teorico con il computer. Ovviamente, questa è una posizione
contestata dall’India che dice: i Paesi più avanzati tecnologicamente possono fare
questi esperimenti informatici e quindi nei fatti continuare a testare le proprie
capacità nucleari, mentre i Paesi che sono più arretrati da questo punto di vista
si troverebbero, nel firmare il Trattato, sprovvisti di qualunque garanzia. E questo
è uno dei punti di discussione del Trattato. E non dimentichiamo, infatti, che anche
l’India è una delle grandi potenze nucleari al di fuori, per di più, del Trattato
di non proliferazione nucleare che non ha mai firmato.