2013-08-29 15:24:47

Giornata contro i test nucleari. Ban Ki-moon: restano una minaccia all’umanità


I test nucleari restano una minaccia contro l’umanità e la stabilità globale: questo il monito del segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, nella Giornata contro i test nucleari voluta dall’Onu dal 2010. La Giornata cade il 29 agosto perché in questo giorno del 1989 il Kazakhstan decideva di bloccare tutto il suo arsenale nucleare con un gesto che metteva fine a 40 anni di sperimentazioni sovietiche sul suo territorio. E il giorno non era scelto a caso: proprio il 29 agosto del 1949 scoppiava la prima bomba nucleare dell’Urss, che rincorreva l’arsenale Usa. Dopo tanti anni dalla cosiddetta "Guerra Fredda" esistono trattati per la messa al bando dei test nucleari ma non vengono rispettati, come spiega nell’intervista di Fausta Speranza, Maurizio Simoncelli dell’Archivio Disarmo:RealAudioMP3

R. – Sulla carta noi, a livello internazionale, abbiamo due ottimi trattati. Da un lato, il Trattato di non proliferazione nucleare che dovrebbe spingere i Paesi che hanno le armi nucleari a distruggerle, a ridurle. Un altro Trattato – il Ctbt, il Trattato sul bando totale degli esperimenti nucleari – che dovrebbe puntare a eliminare ogni tipo di iniziativa, anche scientifica, per realizzare nuove armi nucleari. Tra l’altro, ad oggi, abbiamo ben 180 adesioni e il Trattato è del 1996. Ma il problema di questo Trattato è che oltre ad essere firmato, dev’essere anche ratificato; in particolare, dev’essere ratificato da quei 44 Paesi che hanno delle capacità nucleari. In poche parole, non solo quelli che hanno le armi nucleari, ma anche quelli che hanno le tecnologie nucleari utili e potrebbero quindi fare questi esperimenti nucleari.

D. – Facciamo qualche nome?

R. – Stati Uniti, Pakistan, Israele, l’Iran, l’India, l’Egitto, la Corea del Nord e la Cina. Alcuni di questi Paesi hanno le armi nucleari, altri non le hanno ma hanno la tecnologia nucleare; altri stanno ipotizzando di poter avere queste tecnologie nucleari o armi nucleari in relazione magari a situazioni di tensioni regionali. Pensiamo per esempio alla posizione dell’Egitto nei confronti di un vicino non alleato come è Israele, per cui c’è una tensione, purtroppo, altalenante nel corso dei decenni e quindi, di fronte al fatto che Israele ha le armi nucleari, non ha firmato il Trattato di non proliferazione nucleare e tanto meno il Ctbt, allora anche l’Egitto – anche se poi, di fatto, non ha tecnologie nucleari e tantomeno armi nucleari – comunque si è voluto tenere le mani libere. Questo ha comportato purtroppo che questo Trattato, che sulla carta è un’ottima cosa, nei fatti non sia mai entrato in vigore. Pertanto, ci troviamo con una normativa che è in attesa che qualcuno si decida finalmente a ratificarla e a passare dalle parole ai fatti.

D. – Sappiamo che c’è una rete internazionale di parlamentari di tutto il mondo che ogni anno celebra questa giornata cercando di alzare la voce rispetto ai governi. Ma perché questa voce non arriva?

R. – Esistono addirittura intere zone del nostro pianeta completamente denuclearizzate, i cui governi hanno deciso di non avere sul proprio territorio armi nucleari. Pensiamo all’intera America Latina, dal Messico in giù, all’Africa, all’Asia centrale, a zone del Sudest asiatico. Quindi, passi significativi da questo punto di vista ci sono, sia dal punto di vista dei parlamentari sia dal punto di vista di molti governi nel mondo. Il problema è che anche il Trattato, purtroppo, è oggetto di discussione da parte di quei Paesi che non hanno aderito proprio perché – per esempio – alcuni vogliono tenersi le mani libere per poter fare esperimenti di tipo informatico, avendo delle tecnologie per il cui esperimento non serve più quella che noi conosciamo come esplosione in superficie o sotterranea o così via, ma possono limitarsi a fare esperimenti a livello teorico con il computer. Ovviamente, questa è una posizione contestata dall’India che dice: i Paesi più avanzati tecnologicamente possono fare questi esperimenti informatici e quindi nei fatti continuare a testare le proprie capacità nucleari, mentre i Paesi che sono più arretrati da questo punto di vista si troverebbero, nel firmare il Trattato, sprovvisti di qualunque garanzia. E questo è uno dei punti di discussione del Trattato. E non dimentichiamo, infatti, che anche l’India è una delle grandi potenze nucleari al di fuori, per di più, del Trattato di non proliferazione nucleare che non ha mai firmato.







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