Colombia. Colloqui governo-Farc: dalle vittime proposte per la pace
Oltre 4000 proposte per raggiungere la pace, pensate dalle stesse vittime, raccolte
fra il 6 maggio e il 12 luglio in nove città, tra cui alcune delle più colpite dal
conflitto, da Quibdó, capitale del dipartimento di Chocó (nord-ovest), a Cúcuta, capitale
del Norte de Santander (nord-est). Le ha consegnate l’ufficio delle Nazioni Unite
in Colombia al Congresso affinché siano inviate alle delegazioni della guerriglia
e del governo riunite all’Avana per lo storico negoziato volto, almeno sulla carta,
a mettere fine a una guerra che si protrae da decenni con decine di migliaia di vittime
e quasi quattro milioni di sfollati; solo nel 2012 sono stati 250.000. Circa 3.000
persone - riferisce l'agenzia Misna - hanno partecipato alla campagna per la raccolta
di proposte per la pace organizzata dal Congresso attraverso le ‘Mesas regionales
de paz’ (tavoli regionali per la pace), con il sostegno dell’Onu; un’iniziativa per
dare spazio alle voci delle vittime sull’agenda del processo di pace, che include
il problema della terra, la partecipazione delle Forze armate rivoluzionarie della
Colombia (Farc) alla vita politica, la questione del narcotraffico, il disarmo dei
combattenti, i risarcimenti alla popolazione per le violenze subite. “Le vittime non
vogliono più altre vittime e chiedono che il numero di persone colpite dalla guerra
non continui a crescere” ha detto il coordinatore dell’Onu in Colombia, Fabrizio Hochschild,
sintetizzando il messaggio rivolto dai civili ai protagonisti delle trattative. Insieme
alle proposte di pace, al Congresso sono arrivati diversi oggetti donati dalle vittime,
dalle catene che hanno accompagnato i lunghi periodi di prigionia di alcuni ostaggi
dei ribelli, alla penna di José Antequera, dirigente comunista della Unión Patriótica
assassinato a Bogotá nel 1989: memorie destinate anch’esse ai negoziatori impegnati
all’Avana. (R.P.)