2013-08-28 13:54:28

Egitto: aumentano le violenze anticristiane, gravi danni al Centro dei gesuiti a Minya


In Egitto è sempre altissima la tensione in attesa della nuova grande manifestazione dei Fratelli Musulmani di domani. Anche ieri si sono registrate vittime. Almeno due sostenitori del presidente deposto Morsi sono rimasti uccisi in scontri di piazza nella città meridionale di Beni Suef. Anche nell’abitato di Minya si vive nel terrore dopo l’attacco di alcuni giorni fa. Gravi danni anche nel Centro religioso “Jesuit's & brothers association for development”, dove ieri si è recato Cristiano Tinazzi. Giancarlo La Vella lo ha intervistato.RealAudioMP3

R. – E’ da un giorno o due, forse, che sono tornati per ripulire la struttura attaccata. Non erano ancora iniziati i lavori di riparazione, perché c’era paura e perché la zona ancora non era sicura. La polizia, infatti, non si è mai fatta vedere, neanche per valutare i danni. Ho parlato con il direttore della formazione, che mi ha raccontato come sono andati gli eventi. Il 14 agosto scorso, verso le dieci del mattino, sono arrivate 300 persone armate, quando all’interno della struttura si trovavano 5 religiosi, che erano stati però avvertiti dai vicini di una possibile aggressione alcuni minuti prima e si erano quindi rifugiati nei piani alti. La prima ondata di attacchi è avvenuta all’entrata principale, ma gli aggressori non sono riusciti a passare, per cui sono andati nella parte posteriore di questa che è comunque una grande struttura, che comprende una scuola, un centro per disabili, un teatro. Sono, dunque, riusciti ad entrare nella parte posteriore con pistole e coltelli e hanno dato fuoco a diversi ambienti, compresa una libreria, per grandezza e importanza la seconda di Minya, che aveva anche numerosi testi islamici molto importanti. E’ giusto ricordare che anche questo centro era comunque un luogo di confronto e dialogo interculturale. E’ stato, dunque, un danno portato a tutta la popolazione.

D. – Quali testimonianze hai raccolto lì nel centro o anche nella città di questo attacco?

R. – Nei giorni scorsi abbiamo incontrato diversi preti copti che sono rimasti stupiti da quest’ondata di violenza: ancora non riescono a rendersi conto dell’ondata di odio che ha colpito i copti, accusati di essere coinvolti nella deposizione di Morsi.

D. – Le forze dell’ordine hanno puntato il dito contro i gruppi fondamentalisti islamici per questo attacco. Che cosa si pensa a Minya della Fratellanza Musulmana, in particolare?

R. – La Fratellanza ormai è vista come un’associazione fuorilegge, violenta ed estremista. Bisogna ricordare anche che Minya è uno dei capisaldi di Jam'a al-Islamiya, che però pare non sia stata coinvolta in questa ondata di attacchi. E’ difficile capire chi sia stato. La polizia non ha arrestato nessuno. Sono pochissime, infatti, le persone fermate e sono state tutte prese a caso. Tra l’altro qui vicino c’è un villaggio, da dove le famiglie cristiane ed anche un prete cattolico sono fuggiti, perché pare addirittura abbiano tentato di istituire un califfato e che ci sia uno scontro in atto con l’esercito.

Ultimo aggiornamento: 29 agosto







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