2013-08-28 14:57:53

Al via la 70.ma edizione del Festival del Cinema di Venezia


Cerimonia di apertura questa sera in Sala Grande al Lido di Venezia della 70.ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica che presenterà una vasta scelta di titoli provenienti da molte aree geografiche e culturali del mondo. Anche se diversamente declinati, i temi che affiorano sono la crisi, l’ansia, la paura e le preoccupazioni della nostra società, insieme alla vulnerabilità dell’uomo. Un programma ricco e intenso che si svolgerà fino al prossimo 8 settembre. Il servizio di Luca Pellegrini:RealAudioMP3

Inaugurazione nel segno dello spazio, della solitudine e del coraggio: dopo che il presidente della Biennale Paolo Baratta avrà ufficialmente aperto la Mostra e che il direttore Alberto Barbera avrà presentato le tre giurie ufficiali, saranno le immagini di “Gravity” di Alfonso Cuarón a portare il pubblico della Sala Grande al centro di una drammatica e sconfinata avventura, quella capitata a due astronauti – sono George Clooney e Sandra Bullock – alle prese con una disperata lotta per la sopravvivenza. Nel silenzio, senza aria e tra mille pericoli. Il film dimostra di avere una caratteristica affascinante: tutto è legato fortemente alla scienza, tutto si concentra sull’ansia per la vita che impegna i due protagonisti. Mettono tutto il loro sapere e la loro volontà a servizio di un unico scopo: non morire, tornare sulla terra, dai figli, dagli amici. E’ la natura umana e il film, senza mai un attimo di flessione, la proietta sullo sfondo di un pianeta terra mai visto in tale splendore, mentre il buio che lo circonda è mistero, è infinito. Molto legata alla terra, invece, al nostro Paese e al grande cinema del passato è stata la pre-inaugurazione di ieri sera con la proiezione, pur sotto la pioggia, della copia restaurata di “Mani sulla città”, il capolavoro di Francesco Rosi col quale vinse nel 1963 il Leone d’Oro. Il Maestro novantunenne del nostro cinema era presente. E ha ricordato tanti suoi film di denuncia della criminalità che già allora s’insinuava nella vita quotidiana degli italiani. Un cinema di impegno che forse oggi ha meno presa sul pubblico e che lo stesso Rosi ricorda e rilancia con queste parole:

“Il cinema di impegno civile è nato proprio dopo il neorealismo, che era il cinema sulla realtà, sulla realtà che si viveva, ogni giorno. Poi è venuto fuori e non voglio dire di essere stato io agli inizi di questo voler indagare nella cultura della realtà. La cultura della realtà offre tante, tante possibilità di poter conoscere meglio il proprio Paese, chi lo vive, chi si interessa della politica veramente, chi invece la politica la fa come un pretesto e un’occasione per poter fare meglio i propri affari, capisce?”.







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