Siria. Gli Usa: “innegabile l’uso di armi chimiche”. Gran Bretagna pronta ad un attacco.
Russia contrariata
“E’ innegabile l’uso di armi chimiche in Siria”. E’ il segretario di Stato americano
John Kerry a dirlo, pur specificando che il presidente Obama non avrebbe ancora deciso
su un possibile attacco. Di certo la Siria è divenuta la priorità dell’amministrazione
americana, che nel frattempo ha rimandato l’atteso faccia a faccia con la Russia,
in programma oggi, per discutere della convocazione della conferenza di pace "Ginevra
2". Rammarico è stato espresso da Mosca. Nelle ultime ore da segnalare anche una lunga
telefonata tra il premier britannico Cameron ed il presidente russo Putin, sempre
più contrariato dalla possibilità di un attacco internazionale in Siria. Il servizio
è di Marina Calculli:
Per il segretario
di Stato americano John Kerry l’attacco al gas nervino è stato “un’oscenità morale”
che ha “sconvolto la coscienza del mondo”. Parole durissime, che unite a quelle della
Casa Bianca, per cui “non v‘è dubbio” che ad usare le armi chimiche sia stato il regime,
danno man forte all’ipotesi di un intervento militare in Siria. L’escalation dipende
forse anche dalle prove raccolte ieri dagli ispettori dell’ONU sul luogo del bombardamento,
definite “di grande valore”. Il lavoro degli ispettori tuttavia è stato duramente
messo alla prova da cecchini che hanno sparato contro di loro. Sull’episodio, come
di consueto, le due parti si rimpallano la responsabilità: per i media filogovernativi
si è trattato di “terroristi”, per i ribelli di militanti di Assad. Intanto molti
segnali di fermento dell’Occidente emergono. Ieri, secondo indiscrezioni, nella base
militare britannica di Akrotiri a Cipro ci sarebbero stati movimenti che preluderebbero
ad un preparativo di guerra. Intanto Damasco replica alle parole dell’Occidente che
ha confermato la sua responsabilità nell’attacco chimico: “Sono accuse insensate;
un eventuale intervento occidentale sarebbe dannoso e improduttivo”.
Sulle
divisioni nella comunità internazionale, Salvatore Sabatino ha intervistato
Antonio Papisca, titolare della cattedra Unesco per i diritti umani, la democrazia
e la pace presso l'Università di Padova:
R. – Per l’ennesima
volta ci troviamo in ritardo: la comunità internazionale che non è coesa, non funzionano
le istituzioni multilaterali come dovrebbero, e quindi si è presi per la gola … L’ennesima
occasione in cui sorgono problemi di coscienza. Quindi: situazione molto imbarazzante.
C’è il pressing su Obama: Obama, secondo me, ha agito correttamente, cioè in maniera
prudente.
D. – Gli scenari che si aprono, a questo punto, quali sono?
R.
– Si possono aprire diversi scenari; bisogna vedere cosa accertano e se riescono ad
accertare, gli ispettori delle Nazioni Unite. C’è chi dice che sia ormai troppo tardi
per verificare scientificamente la presenza o meno dell’uso di armi chimiche, e comunque
io darei fiducia, intanto, alla missione delle Nazioni Unite. Quello che bisogna evitare
in ogni caso è l’intervento armato.
D. – Il ministro degli esteri britannico
William Hague ha detto che una risposta all’uso di armi chimiche da parte del regime
è possibile anche senza l’unanimità del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Sarebbe possibile,
questo, tecnicamente?
R. – Ma, qualcuno dice: “C’è il precedente del Kosovo”.
In quel caso, è stata la Nato che ha agito. Ma tra l’altro, la Nato non soltanto bypassando
le Nazioni Unite, ma anche violando il proprio statuto. C’è da ricordare questo, per
il Kosovo! Io direi, in ogni caso bisogna attenersi strettamente alla legalità internazionale
che è quella della Carta delle Nazioni Unite, illuminata dal Codice internazionale
dei Diritti umani.
D. – Dalla Russia, l’appello a non ripetere gli errori dell’Iraq:
ci sono delle similitudini reali con quanto avvenuto nel Paese del Golfo?
R.
- Io direi, similitudini con prospettive ancora più allarmanti, tenuto conto di ciò
che significa l’alleanza e l’appoggio che viene direttamente ad Assad dall’Iran, oltre
che dalla Russia. In questo caso, io direi: atteniamoci, intanto, al modo di procedere
del presidente Obama, che mi sembra molto corretto, intanto, in punto di diritto.
D.
– Quella siriana può rappresentare una vera miccia per tutto lo scacchiere mediorientale,
così come paventato anche dall’Iran. Un pericolo reale, insomma?
R. – Infatti!
Ci sono problemi che si aggiungono a problemi! Anche la stessa situazione interna
all’Iraq non è affatto pacificata: teniamo presente anche quello che sta succedendo
in Egitto, quello che preoccupa in Turchia, la non pacificata situazione in Libia,
i negoziati appena iniziati tra Israele e Palestina … Quindi, è un momento estremamente
delicato in cui veramente bisogna riconoscere autorità all’Organizzazione delle Nazioni
Unite perché a sua volta agisca nel rispetto letterale delle disposizioni della Carta
delle Nazioni Unite.