2013-08-27 14:25:42

Egitto: quartieri cristiani sotto assedio, ma ricchi di fede e speranza


In Egitto il segretario generale del Consiglio delle Chiese cristiane nel Paese, padre Bishoy Helmy, ha respinto a nome dei cristiani egiziani le dichiarazioni del primo ministro turco, Recep Tayyip Erdogan, secondo cui anche Ahmed Al Tayyeb, grande Imam dell’Università di Al Azhar, ha gravi responsabilità nella crisi egiziana. “Le virtù dell’imam e la sua statura umana - ha dichiarato padre Helmy - sono testimoniate dalla sua storia”. In Egitto, intanto, la Chiesa copta continua a vivere giorni di dolore e sofferenza. Il servizio dall'Egitto di Cristiano Tinazzi:RealAudioMP3

Minya, 250 chilometri a sud della capitale, è una città sotto assedio. Uomini armati in borghese stazionano agli ingressi della città. Le dita sul grilletto e la sicura alzata con il colpo in canna. Una delle zone più calde dell'Egitto, questa, dove decine e decine di negozi ed edifici religiosi sono stati attaccati il 14 agosto scorso da migliaia di persone guidate da elementi dei Fratelli Musulmani. Anche il museo archeologico è stato completamente devastato. Non rimane più nulla, a parte vetri infranti e calcinacci. E da poco è partito proprio dal museo il ministro del Turismo, venuto a constatare i danni. Kamel Garas Faltas, copto, si trovava in casa quando alle 8 di sera è stato attaccata la palazzina dove vive. "Hanno lanciato molotov nel cortile e sparato colpi di arma da fuoco contro l'entrata principale", dice, mentre Ezzat, accanto a lui, non riesce a trattenere le lacrime nel ricordare quei momenti. "Hanno portato via tutto, soldi, oro e - aggiunge - hanno picchiato me e mia figlia". Nel cortile rimangono le carcasse di alcune auto incendiate. Spostandosi di villaggio in villaggio si rivedono immagini molto simili: devastazioni, incendi, saccheggi e paura. Soprattutto perché la polizia non c'è. E neanche l'esercito, arroccato nelle caserme. Soprattutto in posti come Minya, roccaforte islamista dominata dai gruppi salafiti. Paura, ma anche fede. Nonostante tutto anche qui sono visibili gli attestati di solidarietà nei confronti della comunità copta, capro espiatorio di turno nel caos egiziano che sembra non avere termine.







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