2013-08-26 16:47:12

Lotta al racket: 22 anni fa l'omicidio di Libero Grassi. "Addiopizzo": il fenomeno rimane diffuso


Ogg e domani si terranno due giorni di eventi in ricordo di Libero Grassi, l’imprenditore assassinato da "Cosa Nostra" 22 anni fa. Il 29 agosto del 1991 Grassi venne ucciso per mano della mafia dopo essersi opposto alle richieste di pagare il racket ed aver denunciato gli estorsori. A promuovere le manifestazioni per ricordarlo, le associazioni antiracket "Addiopizzo" e "Libero Futuro". Debora Donnini ha intervistato il presidente di "Addiopizzo", Daniele Marannano:RealAudioMP3

R. – Il senso è quello sì, di ricordare, ma di dare al ricordo una dimensione quotidiana di impegno e di sostegno concreto nei confronti di quanti, in questi anni, hanno trovato la forza e il coraggio di liberarsi dal fenomeno del racket e delle estorsioni, grazie all’ausilio del movimento anti-racket. Ormai sono parecchi coloro i quali sono riusciti ad affrancarsi dal fenomeno delle estorsioni, proprio perché rispetto al passato si sono create le condizioni per le quali si possa denunciare senza essere lasciati soli ed isolati come invece è accaduto a Libero Grassi. Quindi, vogliamo rilanciare l’appello a quanti vivono ancora adesso stretti dalle maglie del racket perché maturino la consapevolezza che la denuncia è l’unica via di uscita per liberarsi definitivamente da questo odioso fenomeno.

D. – L’imprenditore Libero Grassi fu assassinato 22 anni fa da "Cosa Nostra" proprio perché lottava contro il racket …

R. – Sì. Libero Grassi fu assassinato 22 anni fa sì perché si è rifiutato di pagare il pizzo, perché ha lottato contro "Cosa Nostra", ma è stato ammazzato soprattutto perché con la sua scelta di resistenza si è ritrovato solo ed isolato. Maturò la sua decisione di opporsi al fenomeno del pizzo in solitudine.

D. – A che punto è la lotta al racket? La situazione è migliorata lì a Palermo?

R. – Rispetto a qualche anno fa, la situazione è sicuramente sensibilmente migliorata. Sono parecchi i commercianti e gli imprenditori che in questi anni hanno trovato la forza e il coraggio di denunciare e di liberarsi dal fenomeno delle estorsioni. Registriamo in particolare su imprenditori e commercianti di giovane generazione una maggiore presa di coscienza e di consapevolezza. Al tempo stesso, la crisi, la grave congiuntura economica sta determinando un’ulteriore spinta sul fronte delle denunce. Oggi, rispetto al passato, i commercianti e gli imprenditori non sono più nelle condizioni di farsi carico nemmeno di piccoli balzelli imposti da "Cosa Nostra" per cui maturano la decisione di denunciare. E’ chiaro che ancora c’è molto da fare: il fenomeno rimane diffuso. Ci sono importanti sacche di imprenditori e commercianti che, ignari di tutto, continuano a pagare il pizzo all’organizzazione mafiosa, con la quale hanno instaurato negli anni un rapporto di contiguità, un rapporto che non è necessariamente di natura illecita, ma un rapporto di scambio di benefici. Gli stessi imprenditori che corrispondono periodicamente l’estorsione all’organizzazione mafiosa, si rivolgono senza indugi agli stessi mafiosi per la risoluzione di tutta una serie di problematiche, di controversie connesse all’esercizio della propria attività economica: dal recupero crediti ai problemi di concorrenza, di vertenze sindacali, eccetera. Un rapporto che sicuramente rappresenta un limite alla crescita delle denunce.

Ultimo aggiornamento: 28 agosto







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