Card. Raï: le bombe a Roueiss e a Tripoli un crimine contro Dio, l'umanità e il Libano
Il Patriarca maronita del Libano, card. Béchara Raï ha stigmatizzato come "un crimine
contro Dio, contro l'umanità, contro il Libano" gli attentati alle moschee di Tripoli
e quella a Roueiss, nella banlieue sud della capitale. Nell'omelia tenuta domenica
scorsa a Dimane, la residenza estiva del patriarca - riferisce l'agenzia AsiaNews
- egli ha espresso solidarietà e preghiere alle vittime e alle famiglie delle due
regioni, invocando l'unità nazionale, esortando i capi politici a far uscire il Paese
dall'empasse. Da mesi il Libano non ha un governo, per gli ostacoli e le richieste
che gli Hezbollah pongono sul tavolo e per le diverse posizioni dei partiti sulla
situazione siriana. Puntando il dito verso la classe politica, egli ha detto: "Di
fronte alla mostruosità che ha toccato il Libano, dal sud di Beirut fino al cuore
del Nord, gli uomini al potere e le parti in conflitto che rifiutano di sedersi al
tavolo del dialogo, che bloccano la formazione di un nuovo governo, paralizzano il
parlamento e sospendono la vita pubblica, devono prendere coscienza che sono essi
i responsabili del caos sulla sicurezza, della proliferazione delle armi illegali,
delle auto-bomba itineranti, delle esplosioni e del sangue dei martiri innocenti.
La loro pesante responsabilità davanti a queste catastrofi nazionali impone loro il
dovere di far uscire il Paese dalle coordinate del conflitto confessionale regionale,
liberandolo dalle direttive straniere e separandolo dagli sviluppi siriani". "Il dialogo
è l'obbiettivo che può salvare - ha aggiunto - promette risultati positivi e supera
tutte le condizioni. Questo è l'appello delle vittime innocenti". Egli ha anche ricordato
che la popolazione vive già la riconciliazione di cui i partiti e il Paese hanno bisogno:
"Siamo stati molto toccati dalle donne e dai bambini della banlieue sud [dove è avvenuto
un attentato], che hanno distribuito rose in segno di solidarietà con i figli di Tripoli
[dove sono avvenuti gli ultimi due attentati]". Dopo la Messa, il patriarca si è recato
a Tripoli, alla moschea al-Taqwa, uno dei due luoghi colpiti, per offrire le sue condoglianze
per la morte di 45 persone e circa 900 feriti. "Dopo 10 giorni dalle bombe di Roueiss
- ha detto il card. Rai - la stessa mano ha orchestrato le bombe a Tripoli e io, a
nome della Chiesa maronita, vi dico che la tragedia di Dahieh e quella di Tripoli
sono nostre tragedie, perché siamo un solo corpo e una sola famiglia". (R.P.)