Il Papa all'Angelus: essere cristiani non è un'etichetta, ma testimoniare la fede
nella carità e nella giustizia
All’Angelus di domenica, prima dell’appello per la Siria, il Papa aveva svolto la
sua riflessione sul Vangelo di questa domenica in cui Gesù, parlando della salvezza
eterna, invita ad entrare per la porta stretta. Riascoltiamo le parole di Papa Francesco
in questo servizio di Sergio Centofanti:
“Sforzatevi
di entrare per la porta stretta”: è la risposta di Gesù a un uomo che gli chiede se
sono pochi quelli che si salvano. Il Signore – afferma il Papa – indica così il cammino
della salvezza. Ma qual è la porta per la quale dobbiamo entrare?
“Questa
porta è Gesù stesso (cfr Gv 10,9). Lui è la porta, il passaggio per la salvezza. Lui
ci conduce al Padre. E la porta che è Gesù non è mai chiusa, questa porta non è mai
chiusa, è aperta sempre e a tutti, senza distinzione, senza esclusioni, senza privilegi.
Perché, sapete, Gesù non esclude nessuno. Qualcuno di voi forse potrà dirmi: ‘Ma,
padre, sicuramente io sono escluso perché sono un gran peccatore: ho fatto cose brutte,
ne ho fatte tante, nella vita …’. No: non sei escluso! Precisamente per questo sei
il preferito, perché Gesù preferisce il peccatore, sempre. Per perdonarlo, per amarlo
… Gesù ti sta aspettando per abbracciarti, per perdonarti … Non avere paura: Lui ti
aspetta. Animati, fatti coraggio per entrare per la sua porta”.
“Tutti
– ha aggiunto - sono invitati a varcare questa porta, a varcare la porta della fede,
ad entrare nella sua vita, e a farlo entrare nella nostra vita, perché Lui la trasformi,
la rinnovi, le doni gioia piena e duratura”. Oggi – ha poi osservato – “passiamo davanti
a tante porte che invitano ad entrare promettendo una felicità" che "dura un istante",
che "si esaurisce in se stessa e non ha futuro”. Di qui l’invito del Pontefice:
“Vorrei
dire con forza: non abbiamo paura di varcare la porta della fede in Gesù, di lasciarlo
entrare sempre di più nella nostra vita, di uscire dai nostri egoismi, dalle nostre
chiusure, dalle nostre indifferenze verso gli altri. Perché Gesù illumina la nostra
vita con una luce che non si spegne più. Non è un fuoco d’artificio, non è un flash:
no. E’ una luce tranquilla che dura sempre e ci da pace. Così è la luce che incontriamo
se entriamo per la porta di Gesù”.
Quella di Gesù – ha poi spiegato –
“è una porta stretta, non perché sia una sala di tortura", ma perché "ci chiede di
aprire il nostro cuore a Lui, di riconoscerci peccatori, bisognosi della sua salvezza,
del suo perdono, del suo amore, di avere l’umiltà di accogliere la sua misericordia
e farci rinnovare da Lui”:
“Gesù nel Vangelo ci dice che l’essere cristiani
non è avere un’«etichetta» … E io domando a voi: voi siete cristiani di etichetta,
o di verità? E ciascuno si risponde dentro, eh? … Mai cristiani d’etichetta! Cristiani
di verità, di cuore. Essere cristiani è vivere e testimoniare la fede nella preghiera,
nelle opere di carità, nel promuovere la giustizia, nel compiere il bene. Per la porta
stretta che è Cristo deve passare tutta la nostra vita”.
Alla Vergine
Maria, Porta del Cielo, Papa Francesco chiede l’aiuto “a varcare la porta della fede”
e “a lasciare che il suo Figlio trasformi la nostra esistenza come ha trasformato
la sua per portare a tutti la gioia del Vangelo”.
Nei saluti finali ai pellegrini,
il Papa - ricordando che per molti questi giorni segnano la fine del periodo delle
vacanze estive – ha augurato per tutti “un ritorno sereno e impegnato alla normale
vita quotidiana guardando al futuro con speranza”.