Terrore in Libano: 50 morti in duplice attentato alle moschee sunnite
Sconcerto nel mondo per la strage avvenuta ieri in Libano. Circa 50 persone, secondo
un bilancio ancora non ufficiale, hanno perso la vita nel duplice attentato compiuto
ieri nella seconda città del Paese, Tripoli, alla fine della preghiera islamica del
venerdì. Altissimo il numero dei feriti: almeno 500. Il presidente della Repubblica,
Suleiman, ha rivolto un appello a tutti i libanesi, perché rimangano uniti e sconfiggano
ogni tentativo di creare conflitti. Unanime la condanna internazionale per quanto
avvenuto; l’ultima è quella dell’Iran. Il servizio di Francesca Sabatinelli:
Era dalla fine
della guerra, nel 1990, che non si registrava un così alto numero di vittime per un
attentato in Libano, ha informato rapidamente la Croce Rossa locale. Tripoli, importante
città sulla costa settentrionale del Paese, è stata squarciata due volte in questo
venerdì subito dopo l’appuntamento settimanale per i fedeli islamici con la preghiera,
e le esplosioni sono avvenute nei pressi di due moschee sunnite, i cui predicatori
sarebbero oppositori del presidente siriano al-Assad e quindi del suo prezioso alleato
libanese Hezbollah, che però ha espresso la sua condanna, definendo gli attacchi parte
di un progetto criminale che mira a scatenare guerre settarie e etniche in Libano.
La prima autobomba, nel centro città, è esplosa vicino all’abitazione del premier
dimissionario, Najib Mikati, in quel momento assente da Tripoli. La seconda, dopo
cinque minuti, ha colpito un’area non lontano dalla casa dell’ex capo della polizia.
Soltanto una settimana fa un kamikaze si era fatto esplodere nella zona sciita di
Beirut, roccaforte di Hezbollah, in quel caso le vittime erano state 27. Tripoli soprattutto
negli ultimi mesi è stato teatro di cruenti scontri tra sunniti, sostenitori dell’opposizione
siriana, e alawiti, vicini al presidente siriano Bashar al-Assad.