Il card. Gracias: martiri della fede i cristiani uccisi 5 anni fa in Orissa
Il 25 agosto di cinque anni fa nel distretto di Kandahamal, nello Stato dell’Orissa,
in India, gruppi di estremisti indù perpetrarono brutali violenze verso i cristiani
che portarono a più di 100 morti e alla distruzione di migliaia di case e alcune centinaia
tra chiese e cappelle. Per un approfondimento della situazione attuale nella zona,
Debora Donnini ha sentito l’arcivescovo di Bombay, il cardinale Oswald Gracias:
R. - Sono andato
in Orissa un anno fa, nella zona di Kandhamal, per incontrare alcune famiglie e mi
ha fatto una grande impressione, perché la gente ha una grande fede in Cristo. Mi
hanno spiegato quello che è successo cinque anni fa a quegli uomini, che sono davvero
martiri della fede. Volevano, infatti, che rinnegassero Cristo, che dicessero di non
credere in Cristo, ma loro hanno detto che questo non era possibile, perché per loro
Cristo era tutto. Per questa ragione sono stati uccisi e hanno subito tanta violenza.
D.
- Dalle notizie che lei ha, come vivono i cristiani? Hanno ancora paura? Sono ancora
in una situazione di preoccupazione?
R. - La situazione è migliorata in questo
momento, ma c’è ancora un po’ di paura. Fra un anno, infatti, ci saranno le elezioni
e bisognerà vedere che governo ci sarà. La gente ha paura di un governo che non si
adoperi per nulla per i cristiani e per le minoranze. Potrebbe, quindi, scoppiare
di nuovo la violenza. La situazione ora è calma, ma c’è comunque preoccupazione per
il futuro.
D. - Nel resto dell’India, per esempio a Bombay, la diocesi di cui
lei è arcivescovo, com’è la situazione dei cristiani, che pure sono un gruppo di minoranza?
R.
- Qui c’è calma. Abbiamo lavorato molto per il dialogo a Bombay, a Masai, a Nuova
Delhi. Abbiamo avuto tanti incontri, specialmente a Bombay. Anche il cardinale Tauran
è venuto due volte per incontrare due diversi gruppi e una volta sono venuti tutti
i capi religiosi indù. E’ stato un bell’incontro per cominciare un dialogo proprio
nel contesto dell’Orissa, a due anni da quello che era successo. Dopo un anno è tornato
poi il cardinale Tauran e a Bombay, di nuovo, abbiamo incontrato i capi religiosi
musulmani. Questi sforzi per il dialogo hanno avuto successo e direi che adesso, specialmente
nelle grandi città, c’è pace fra le religioni. C’è sempre il pericolo che le cose
peggiorino nel futuro e quindi dobbiamo pregare. Abbiamo fiducia. Dobbiamo continuare
a sforzarci per il dialogo. Ci sono anche miracoli di conversione: mi hanno detto,
infatti, che un uomo, che si trova in prigione in questo momento perché aveva commesso
violenze, si è convertito e si è fatto battezzare. Questi uomini si sono resi conto
che i cristiani sono uomini di pace, che le donne pregano. Hanno visto il lavoro dei
cristiani. Noi sappiamo che la croce fa parte della nostra religione - Gesù Cristo
ci ha chiamato a portare la croce - ma abbiamo anche la grande speranza di avere la
pace fra i diversi gruppi religiosi in India.