2013-08-24 16:55:24

Il card. Gracias: martiri della fede i cristiani uccisi 5 anni fa in Orissa


Il 25 agosto di cinque anni fa nel distretto di Kandahamal, nello Stato dell’Orissa, in India, gruppi di estremisti indù perpetrarono brutali violenze verso i cristiani che portarono a più di 100 morti e alla distruzione di migliaia di case e alcune centinaia tra chiese e cappelle. Per un approfondimento della situazione attuale nella zona, Debora Donnini ha sentito l’arcivescovo di Bombay, il cardinale Oswald Gracias:RealAudioMP3

R. - Sono andato in Orissa un anno fa, nella zona di Kandhamal, per incontrare alcune famiglie e mi ha fatto una grande impressione, perché la gente ha una grande fede in Cristo. Mi hanno spiegato quello che è successo cinque anni fa a quegli uomini, che sono davvero martiri della fede. Volevano, infatti, che rinnegassero Cristo, che dicessero di non credere in Cristo, ma loro hanno detto che questo non era possibile, perché per loro Cristo era tutto. Per questa ragione sono stati uccisi e hanno subito tanta violenza.

D. - Dalle notizie che lei ha, come vivono i cristiani? Hanno ancora paura? Sono ancora in una situazione di preoccupazione?

R. - La situazione è migliorata in questo momento, ma c’è ancora un po’ di paura. Fra un anno, infatti, ci saranno le elezioni e bisognerà vedere che governo ci sarà. La gente ha paura di un governo che non si adoperi per nulla per i cristiani e per le minoranze. Potrebbe, quindi, scoppiare di nuovo la violenza. La situazione ora è calma, ma c’è comunque preoccupazione per il futuro.

D. - Nel resto dell’India, per esempio a Bombay, la diocesi di cui lei è arcivescovo, com’è la situazione dei cristiani, che pure sono un gruppo di minoranza?

R. - Qui c’è calma. Abbiamo lavorato molto per il dialogo a Bombay, a Masai, a Nuova Delhi. Abbiamo avuto tanti incontri, specialmente a Bombay. Anche il cardinale Tauran è venuto due volte per incontrare due diversi gruppi e una volta sono venuti tutti i capi religiosi indù. E’ stato un bell’incontro per cominciare un dialogo proprio nel contesto dell’Orissa, a due anni da quello che era successo. Dopo un anno è tornato poi il cardinale Tauran e a Bombay, di nuovo, abbiamo incontrato i capi religiosi musulmani. Questi sforzi per il dialogo hanno avuto successo e direi che adesso, specialmente nelle grandi città, c’è pace fra le religioni. C’è sempre il pericolo che le cose peggiorino nel futuro e quindi dobbiamo pregare. Abbiamo fiducia. Dobbiamo continuare a sforzarci per il dialogo. Ci sono anche miracoli di conversione: mi hanno detto, infatti, che un uomo, che si trova in prigione in questo momento perché aveva commesso violenze, si è convertito e si è fatto battezzare. Questi uomini si sono resi conto che i cristiani sono uomini di pace, che le donne pregano. Hanno visto il lavoro dei cristiani. Noi sappiamo che la croce fa parte della nostra religione - Gesù Cristo ci ha chiamato a portare la croce - ma abbiamo anche la grande speranza di avere la pace fra i diversi gruppi religiosi in India.







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