2013-08-24 14:27:01

Canada. I vescovi del Québec: la Carta dei valori rischia di portare ad un ateismo ufficiale


Un “ateismo ufficiale” è il rischio che, secondo i vescovi del Québec, potrebbe provocare l’approvazione della così detta “Carta dei valori”. Proposta del Partito del Québec circa un anno fa, tale documento mira ad interdire l’esposizione di tutti i simboli religiosi, compresa la croce cristiana, in tutti gli uffici pubblici: ministeri, caserme, tribunali, scuole ed ospedali. Restano escluse le scuole private, mentre il divieto riguarderebbe anche i cittadini: in pratica, chi volesse usufruire di un servizio statale, non dovrebbe, ad esempio, indossare il burqa, ma presentarsi a viso scoperto. Tutto questo - nelle intenzioni del Partito promotore – in nome della salvaguardia della laicità dello Stato. Contraria, invece, la Chiesa locale: in un’intervista rilasciata al giornale locale “Le Soleil”, mons. Pierre-André Fournier, presidente dei vescovi del Paese, sottolinea che negare l’esposizione dei simboli religiosi equivale a negare una parte importante del patrimonio nazionale, in nome di un “ateismo ufficiale”. “Non può esserci un ateismo ufficiale più di quanto non può esserci una religione ufficiale – spiega il presule – Anzi: un ateismo ufficiale diventa come una religione sotto un’altra forma che non rispetta né la nostra storia, né il nostro patrimonio”. Quindi, mons. Fournier ribadisce che “lo Stato deve proteggere la libertà di religione, non limitarla, altrimenti, come possiamo difendere i cristiani in Egitto se poi, nel nostro Paese, abbiamo queste restrizioni?”. La posizione ufficiale della Chiesa cattolica al riguardo sarà comunque resa nota a metà settembre, nell’ambito della prossima Assemblea generale dell’episcopato. Da segnalare che la “Carta dei valori” desta preoccupazione anche tra i cittadini ebrei: lunedì scorso, in un incontro presso il Ministero per le Istituzioni democratiche, un’apposita delegazione ebraica ha ribadito che non occorre cancellare i simboli religiosi per lavorare, in modo imparziale, per conto dello Stato. “La neutralità religiosa non risiede in ciò che si indossa, ma nello spirito – hanno concluso i delegati ebrei – Portare una kippa o una stella di David è una scelta personale e non compromette l’imparzialità della persona”. (A cura di Isabella Piro)







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