2013-08-23 15:21:26

Cisl: serve soluzione reale per i precari della Pubblica amministrazione


Via libera dal Consiglio dei Ministri alla stabilizzazione dei precari nella scuola. Il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza potrà assumere 672 dirigenti scolastici e 11268 unità di personale docente ed educativo. Approvato anche un disegno di legge per la ratifica dell'accordo fra Italia e Stati Uniti sul rafforzamento della cooperazione nella prevenzione e nel contrasto di gravi forme di criminalità.
La riunione dei ministri è stata poi sospesa e aggiornata a lunedì per un approfondimento dei testi riguardanti una serie di provvedimenti di razionalizzazione della Pubblica amministrazione. Fra questi l’atteso disegno di legge per la stabilizzazione dei precari di questo settore. Marco Guerra ha raccolto il commento di Fulvio Giacomassi, responsabile dell’area pubblico impiego della Cisl: RealAudioMP3

R. - La soluzione che sta emergendo circa i precari della pubblica amministrazione - cioè quella di dar loro nei concorsi e nelle graduatorie per le assunzioni con una quota riservata di tutela del 50% - è sicuramente positiva; sempre che il lavoratore sia interessato al concorso nella sua amministrazione dove deve aver lavorato almeno per tre anni. È una soluzione che dà comunque una risposta; si tratterà poi di vedere esattamente quali figure sono interessate, non solo a tempo determinato ma anche Co.Co.Co., il lavoratore “somministrato”; cioè devono essere considerate più figure. Teniamo conto che noi abbiamo più di 100 mila persone interessate nel lavoro precario della pubblica amministrazione.

D. – Quindi, in tempi di crisi la stabilizzazione dei precari della pubblica amministrazione è comunque una boccata di ossigeno sul fronte dell’occupazione…

R. – Il tema è molto sentito, anche perché si tratta di lavoratori che in questi anni di blocco del “turnover” hanno davvero contribuito a far fronte ai servizi, alle attività della pubblica amministrazione. Stiamo parlando di più di 100 mila persone non solo a livello ministeriale-centrale ma anche a livello di enti locali; mi riferisco per esempio alla sanità dove c’è una presenza abbastanza massiccia con contratto a tempo determinato ed un’altra parte che ha una collaborazione coordinata continuativa e c’è anche una quota di lavoratori assunti attraverso la somministrazione. Si è arrivati a questo punto perché c’è stato il blocco del “turnover” che ha generato una perdita di 362 mila posti di lavoro negli ultimi dieci anni, 200 mila dei quali solo negli ultimi quattro anni. Nelle varie amministrazioni hanno provveduto alla perdita di personale attraverso l’utilizzo di questo lavoro flessibile.

D. – C’è poi tutto il mondo delle società “partecipate” dalle amministrazioni pubbliche con migliaia di persone con contratti atipici…

R. – C’è ormai un cambiamento talmente profondo che la struttura della pubblica amministrazione - che ha un assetto sulle persone e sul lavoro – non è capace di affrontarlo in assenza di una strumentazione adeguata. Strumentazione che dia la possibilità di affrontare la mobilità; possibilità di affrontare il tema della formazione, dell’aggiornamento professionale; possibilità di discutere quali sono le figure del lavoro flessibile che vengono inserite; la possibilità di destinare ai lavoratori una parte dei risparmi dei piani di riorganizzazione. In assenza di questa strumentazione non c’è la possibilità di affrontare tali processi.







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