Bhatti: promuovere strategia internazionale per difendere la libertà religiosa
Libertà di religione in primo piano al Meeting di Cl a Rimini. Per il cardinale Tauran,
presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, quando in una società
ci sono credenti liberi questo è un valore per tutti. E al Meeting è stato lanciato
un appello per i cristiani perseguitati, che finora è stato sottoscritto da tutte
le personalità passate qua a Rimini e da migliaia di cittadini. Sul tema è intervenuto
anche Paul Bhatti, già consigliere speciale del primo ministro del Pakistan
per le Minoranze Religiose. Il nostro inviato a Rimini, Alessandro Guarasci
lo ha intervistato:
R. - Penso che
a livello internazionale ci dovrebbe essere la convinzione che non solo i cristiani
ma tutte le minoranze religiose che soffrono nei vari Paesi devono essere appoggiate.
Occorre una strategia internazionale che si basa principalmente sul dialogo interreligioso,
in modo tale da proteggere le comunità religiose in minoranza, affinché non siano
oggetto di violenza, come accade ai cristiani, agli indù o ad altre minoranze religiose
in Pakistan.
D. - Spesso sono le istituzioni locali che non favoriscono il
dialogo tra le regioni?
R. - È un discorso complesso; ci sono fattori politici,
fattori che riguardano l’educazione, perché nei Paesi come i nostri l’analfabetismo
supera il 50 percento, e c’è un alto livello di povertà tra queste minoranze. E questi
elementi - attualmente - contribuiscono alla diffusione del terrorismo in Afghanistan,
e in qualche modo questa situazione si riflette sulle minoranze religiose in Pakistan
e da altre parti.
D. - Tra le istituzioni che hanno fatto poco, non le sembra
che vi sia soprattutto l’Europa?
R. - Sì, penso che l’Europa debba fare qualcosa
in più. In passato - forse - il problema non era così sentito, ma adesso sento che
- dopo il sacrificio di mio fratello minore, Shahbaz, - l’Europa si è resa conto che
la situazione deve essere presa sul serio.