2013-08-21 15:41:39

Fukushima: nuovi timori per la centrale nucleare, un serbatoio perde acqua radioattiva


Torna l’allarme per la centrale nucleare giapponese di Fukushima, danneggiata da uno tsunami nel 2011: da giorni una cisterna perde acqua altamente radioattiva. Circa 300 tonnellate hanno già contaminato il terreno all’esterno dell’impianto. La società che gestisce l’impianto, Tepco, parla di “problema di primaria importanza”. Sui possibili rischi, Davide Maggiore ha intervistato Francesco Troiani, presidente di Nucleco, organismo che si occupa della gestione dei rifiuti nucleari in Italia:RealAudioMP3

R. - L’evento è abbastanza grave: questa è l’acqua che è stata usata per raffreddare il “nocciolo” del reattore dopo l’incidente di due anni fa e che è stata stoccata in questi enormi serbatoi. La gravità sta nel fatto che i serbatoi normalmente sono messi dentro grandi vasche, in modo tale che possibili perdite siano contenute all’interno delle vasche; in questo caso, il serbatoio ha avuto una perdita e la vasca non ha assolto la sua funzione di contenimento. L’acqua sembrerebbe essere fuoriuscita all’esterno, quindi assorbita dal terreno circostante. Si è tentato di recuperare parte dell’acqua, ma con scarso successo; evidentemente il terreno era abbastanza permeabile per cui l’acqua è stata assorbita rapidamente.

D. – Tra l’altro, in passato, proprio per quanto riguarda la centrale di Fukushima si sono verificati episodi di iniziale minimizzazione del danno che poi invece si è verificato essere più consistente…

R. – Questo era successo subito dopo il primo incidente – quello durante il terremoto – dove la Tepco – società che gestisce gli impianti – aveva sempre minimizzato; addirittura, in alcune circostanze, era stata anche reticente verso l’autorità di sicurezza. Le cose poi sono state chiarite abbastanza rapidamente tra le autorità locali governative e la stessa agenzia. Al momento, questo rischio forse non c’è. Più che altro, credo che ci sia un altro tipo di problema: questi tipi di incidenti sono sempre difficili da gestire e valutare a priori - perlomeno nelle prime fasi - perché sono abbastanza inusuali. Non so se la Tepco in questo momento stia minimizzando o meno, però lo scenario descritto sembra abbastanza plausibile.

D. – Un’altra dimensione che va tenuta presente è quella dei rischi di lungo periodo…

R. – E’ chiaro che la situazione è abbastanza complessa: bisogna gestire diverse decine di migliaia di metri cubi d’acqua radioattiva, da trattare – decontaminare – e quindi rilasciare. Credo che comunque il problema sia circoscritto all’interno dell’area di impianto; a meno che l’acqua non prenda la via della falda allargandosi al di fuori del perimetro dell’impianto. C’è da dire però che l’impianto si trova sul mare e probabilmente la via di fuga dell’acqua radioattiva potrebbe essere proprio il mare. C’è la possibilità quindi che possa dirigersi verso l’interno, verso le zone abitate, per quanto siano ancora evacuate. Il rischio potrebbe essere abbastanza contenuto; tutto dipende da come si muove la falda sotterranea.

D. – Abbiamo citato l’area coinvolta dall’incidente del 2011 che è tutt’ora evacuata; ma dal punto di vista scientifico è possibile fare una valutazione di quanto e quando sarà possibile recuperare quest’area per una vita normale?

R. – L’area verso l’interno – la zona est – già qualche mese dopo l’incidente aveva livelli di radioattività abbastanza bassi. C’era una striscia che andava verso nord-est, verso la Corea – dove probabilmente il “pennacchio” radioattivo aveva avuto il suo massimo “fall-out” – dove risultavano valori un po’ più alti. Credo che il non ritorno della gente verso quelle aree sia una dovuta cautela, in quanto i quattro reattori coinvolti non sono stati ancora messi completamente in sicurezza, o comunque l’incidente non è stato risolto, per cui in qualunque momento può succedere – come in questo caso – uno sversamento, o un rilascio di radioattività. Evidentemente le autorità giapponesi hanno ritenuto opportuno mantenere evacuata l’area fino a quando non ci sarà la totale sicurezza che eventi di questo genere non possano ripetersi.







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