Piogge torrenziali in India, Camilliani in prima linea nei soccorsi
Le piogge torrenziali abbattutesi nella regione himalayana indiana dell’Uttarakhand
costituiscono una tragedia nazionale che ha toccato migliaia di persone. I Camilliani,
insieme con tutta la Chiesa, colpiti profondamente da questa catastrofe, si stanno
muovendo insieme con preghiere ed azioni. La zona più danneggiata è nella diocesi
di Bijnor. Autorità pubbliche, organizzazioni di volontariato, agenzie locali stanno
lavorando insieme per soccorrere la popolazione. Insieme a loro, il nuovo governo
della Provincia Indiana dei Religiosi Camilliani ha deciso di inviare aiuti ed essere
protagonista di un intervento diretto nella zona. In una nota inviata all’Agenzia
Fides dai responsabili della Camillian Task Force (CTF) India si parla di morte e
distruzione. Fiumi e laghi hanno tracimato inondando città e villaggi in 168 distretti
colpendo un’area di oltre 37 mila km quadrati. Le piogge torrenziali hanno causato
frane e smottamenti in molte zone, tra queste Srinagar, Joshimath, Chamoli, Rudraprayag,
Govindghat, Kedamath, Gaurikund, Uttarkashi, distruggendo case, strade ed interrompendo
comunicazioni e trasporti. Crollati centinaia di palazzi, più di 100 strade ed oltre
40 ponti spazzati via dalla furia dell’acqua. I fiumi e le falde acquifere sono stati
contaminati e non possono essere utilizzati per il consumo umano. Le fonti di acqua
principali sono state distrutte e le persone devono percorrere lunghe distanze per
avere acqua da bere. I sopravvissuti non hanno contenitori dove bollire l’acqua. Aumentano
i rischi di malattie e contaminazioni, molte famiglie non hanno più servizi igienici.
In qualche villaggio solo quelle della casta alta hanno latrine mentre quelle più
povere usano latrine a cielo aperto rendendo ancora più facili le infezioni. La popolazione
colpita vive in abitazioni improvvisate, costruite con materiali di scarto ed esposte
alle intemperie. Le persone che vivevano sul fiume sono state costrette a trovare
rifugio presso parenti ed amici nella parte più alta della regione in case piccole
e malsane. La maggior parte ha perso ogni forma di lavoro per sopravvivere e non ha
nulla per ricostruire le case. Le notizie non ufficiali hanno parlato di oltre 14
mila morti mentre le autorità parlano di 5748 persone scomparse che sono ora “presumibilmente
morte”, facendo di questo disastro il peggiore mai avvenuto nella regione himalaiana.
Sono rimasti travolti anche pellegrini Hindu che stavano celebrando il Chardam Yatra,
il pellegrinaggio sacro alla Yamunotri, Sri Kedarnathji, Gangotri e Sri Badrinathji.
La CTF India, guidata da Padre Siby Kaitharan, MI, e da due altri religiosi sono andati
in Uttarakhand per distribuire i primi aiuti e per fare una prima valutazione in funzione
di un programma a lungo termine che è partito già dal 3 agosto e che sta coinvolgendo
13 volontari. L’intervento sarà articolato in due fasi. La prima orientata a fornire
cibo, vestiti e case provvisorie alle vittime. La seconda, che partirà entro tre mesi,
sarà più concentrata sui bisogni sociali, sul supporto psicosociale e sulla ricostruzione
delle case per i sopravvissuti. CTF India ha identificato il villaggio di Simlakala
dove ben 107 famiglie hanno perso tutto. Centinaia di persone vivono ora sono tende
di plastica aspettando un aiuto necessario. Tra gli obiettivi del programma, la CTF
India prevede il rifornimento di acqua e cibo nei campi dei rifugiati, assistenza
sanitaria e la costruzione di alloggi temporanei.